Nell’ambito dei giochi di arti marziali pochi possono dirsi tanto importanti e influenti quanto questa storia di calci e pugni lanciata in sala giochi da Irem nel lontano 1984. Si tratta di Kung-Fu Master, un videogame riconosciuto come il primo gioco di combattimenti a scorrimento, nonché il primo vero "action game" a raggiungere gli schermi delle sale arcade.
A prima occhiata il gameplay di Kung-Fu Master è, banalmente, quello di qualsiasi videogame in cui avanziamo lungo un livello a scrolling orizzontale eliminando tutti i nemici che incontriamo: qualcosa di scontato oggi ma che nei primi anni '80, anche alla luce di tanti videogiochi a schermo fisso o comunque molto più "statici", risultava una bella novità. Nei panni del prode Thomas, maestro di arti marziali, siamo impegnati a sfidare cinque campioni in altrettanti livelli che compongono il gioco, per cercare di liberare la nostra ragazza rapita.
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Per farlo eccoci impegnati a superare i cinque piani di un tempio con scrolling che si alterna da da destra a sinistra e viceversa. Sul nostro cammino incontriamo nemici di vario genere, come ad esempio orde di tizi ansiosi di "abbracciarci" per consumare la nostra energia vitale, affiancati da pericoli più atipici come sfere contenenti letali draghi e coltelli svolazzanti. Al termine di ciascun piano ci attende lo scontro uno-contro-uno col campione di turno, da sconfiggere sfruttando tutte le diverse mosse a nostra disposizione.
Sì, perchè Thomas, a differenza dei protagonisti di tanti giochi dell’epoca, è un personaggio molto versatile: tramite joystick e due pulsanti distinti per calci e pugni possiamo infatti effettuare una serie di attacchi ben differenziati (tra cui importanti calci volanti), un repertorio che nel 1984 dona a Kung-Fu Master una profondità davvero notevole. Non solo: il gioco introduce alcune interessanti soluzioni in termini di sistema di controllo, come la necessità di scuotere rapidamente il joystick per far liberare Thomas da una "presa", tutte cose che di lì a poco diventeranno standard per i videogame.
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Aggiungiamo poi che oltre a contenere tante cose così importanti a livello di storia dei videogame, Kung-Fu Master è anche un gran bel gioco, divertente e impegnativo, persino invecchiato abbastanza bene a livello di puro gameplay. Merito dell’ottimo design realizzato da Takashi Nishiyama, già autore dell’apprezzato Moon Patrol e che successivamente troveremo al lavoro su un certo Street Fighter per conto di Capcom e su diversi picchiaduro targati SNK: decisamente una figura fondamentale nello sviluppo dei videogame di arti marziali, insomma.
Kung-Fu Master - noto in Giappone come Spartan-X - è un grande successo in sala giochi in tutto il mondo e riceve anche una grande quantità di conversioni per sistemi domestici. Ad esempio, nel 1986 è tra i best-seller assoluti per Commodore 64 mentre ricopre particolare importanza la conversione per NES, rielaborata da un certo Shigeru Miyamoto, ovvero il papà di Super Mario e The Legend of Zelda. Questa specifica edizione diventa un importante best-seller con quasi quattro milioni di pezzi venduti nel mondo, una cifra altissima negli anni ‘80.
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Insomma, un successo a tutto tondo, Kung-Fu Master, che consolida l’importanza di Irem in campo di videogame e di fatto lancia un genere, quello degli action-game a tema di arti marziali. La software house sviluppa anche un seguito inizialmente intitolato Beyond Kung-Fu: Return of the Master e successivamente convertito in Vigilante, altro picchiaduro a scorrimento di discreto successo.
Su NES esce invece nel 1991 un seguito diretto intitolato Spartan-X 2: Come in Vigilante, anche in questo capitolo l’ambientazione passa dall’oriente agli Stati Uniti, con paesaggi metropolitani e teppisti da malmenare. Seguiti interessanti che però non sono riusciti a riconfermare l’importanza che il primo Kung-Fu Master ha avuto nello sviluppo del nostro hobby.