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Reggio Emilia, il fratello di Saman Abbas: "Nostro zio l'ha strangolata, non mi ha detto dove l'ha seppellita. Mio padre piangeva"

La testimonianza del giovane, ritenuta "particolarmente credibile", è secondo il Gip "piena prova indiziaria" della responsabilità dell'uomo nell'omicidio

Ansa

Il fratello di Saman Abbas, la 18enne di origini pakistane sparita da Novellara (Reggio Emilia), ha raccontato che sarebbe stato lo zio Hasnain Danish a strangolare e uccidere la ragazza. La testimonianza del giovane, ritenuta "particolarmente credibile", è secondo il Gip "piena prova indiziaria" della responsabilità dell'uomo. "Non mi ha voluto dire dove ha seppellito il corpo", ha spiegato ancora il giovane, che si trova ora in una comunità protetta. 

Sempre il fratello della 18enne ha raccontato agli inquirenti della reazione del padre, al rientro dello zio: "Si è sentito male e ha iniziato a piangere, stava quasi per svenire per mia sorella".

Caso Saman, i parenti ripresi con le pale prima di scavare la fossa: spuntano le foto

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Nei tre frame relativi al video del 29 aprile si vedono alcuni parenti di Saman Abbas, la ragazza scomparsa nel Reggiano. Secondo le ipotesi investigative, i tre uomini potrebbero essere stati ripresi mentre si dirigevano a scavare una fossa.

Il padre la faceva dormire sul marciapiede - Secondo la ricostruzione fatta dal Gip di Reggio Emilia, Shabbar Abbas, il padre di Saman, aveva impedito alla figlia di andare alle scuole superiori, "spesso la chiudeva fuori casa obbligandola a dormire sul marciapiede" e, "in ultimo, voleva costringerla tornare in Pakistan per sposare un cugino".

Il 22 aprile l'ultima denuncia - Nonostante il parere contrario dei servizi sociali l'11 aprile Saman era tornata a casa per recuperare i suoi documenti, dopo che da novembre era stata in una comunità protetta. Ma il 22 aprile si è rivolta ancora una volta ai carabinieri per denunciare i genitori che non volevano consegnarglieli e cercavano di costringerla a un matrimonio combinato.

Lite e urla con i genitori: "Dammi i documenti" - La sera del 30 aprile, poi, la 18enne aveva tentato di fuggire e ha avuto una violenta lite con i genitori. "Dammi i documenti", ha detto Saman al padre. Lui le ha chiesto se voleva sposare qualcuno e lei ha risposto che voleva solo andare via. Poi ha preso le sue cose ed è fuggita. Il genitore allora ha chiamato lo zio perché la riportasse a casa. Lo zio poi è tornato, dicendo che tutto era sistemato. Il 5 maggio l'assenza della giovane e dei genitori, partiti per il Pakistan il primo maggio, è stata scoperta quando i militari sono andati a fare una perquisizione nella casa, proprio con l'obiettivo di recuperare i documenti.

L'Ucoii: "L'Islam combatte questi comportamenti" - Prendono le distanze da questi comportamenti le comunità islamiche italiane e Yassine Lafram, presidente dell'Ucoii, che ha annunciato una fatwa contro i matrimoni forzati, dice che per la religione islamica quanto accaduto a Saman "non solo è inaccettabile, ma è da condannare, da combattere, da contrastare. Non vengono condannati solo i genitori, ma chiunque si renda complice di questi comportamenti, che non hanno nulla a che fare con la religione, ma appartengono a residui culturali retrogradi". 

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