Chi è veramente Ferdinand Celouis? Come mai, nonostante il suo romanzo 'Dannati per sempre' sia diventato un caso letterario tradotto in tutto il mondo, continua a nascondersi dietro uno pseudonimo? Perché ha scelto di firmare su un settimanale, con lo stesso nome d'arte, le inchieste giornalistiche più clamorose, dissacranti e politicamente scorrette che si possano immaginare? Su questo si interrogano, fino a ossessionarsi, un talentuoso critico letterario, Mauro Delgado, e Gonzalo Carbonell, un professore universitario. Questa la trama di "Dannati per sempre" (Edizioni Minerva, 376 pp, 18 euro), il romanzo di Nicola Calathopoulos, giornalista e vicedirettore di "NewsMediaset".
La trama - Mentre esplode la Celouis-mania, Delgado è convinto di poter risolvere l'enigma senza difficoltà. Dovrà ricredersi: attorno all'autore misterioso è stato eretto un muro invalicabile. La storia diventa presto il racconto di un’ossessione, la sua e quella di Carbonell, che vive nascosto in una torre, terrorizzato dal contatto con il resto dell'umanità, circondato da migliaia di libri: un autentico misantropo che entrerà inevitabilmente in collisione con Delgado e la sua fissazione. Come in un giallo, in cui manca solo il cadavere, Delgado, bilioso, maleducato, antipatico e presuntuoso, si trasforma in un investigatore che cerca con ogni mezzo di scoprire la vera identità dello scrittore misterioso. Riuscirà a consegnare al mondo intero la sua faccia, il suo vero nome e assaporare il sottile piacere del trionfo?
Il romanzo - Scritto sul filo dell'ironia, il romanzo mette in scena i tic e le manie dei protagonisti costretti a fare i conti con un mondo che vorrebbero diverso, più bello, meno banale, fanatico e ignorante e dal quale, nell'attesa di vederlo cambiare, si allontanano.
L'autore - Nato ad Alessandria d'Egitto nel 1960, è laureato in Filosofia all’Università Statale di Milano, dove vive e lavora. È stato vicedirettore di "Sportmediaset", "Tg4" e "Tgcom24". Nel 2011, ha vinto il premio giornalistico Coni-Ussi e l’anno seguente il Maestrelli.
"I protagonisti di Dannati per sempre fuggono da una società troppo banale, fatta di apparenza e condivisione, volgare, imbarbarita dalle dispute sui social e dalle scarse letture - commenta l'autore -. Questo mondo non fa più per loro e se ne allontanano. Rifiutano di combattere. È come se si chiudessero in una fortezza inespugnabile per sopravvivere: consapevoli misantropi selettivi".
"E' un giallo letterario. Il meccanismo narrativo è quello, si tratta in definitiva di scoprire un colpevole (Ferdinand Celouis, l’autore misterioso), ma non c'è sangue e soprattutto si svolge tra libri, tantissimi, gronda passione per i libri, critici letterari, case editrici e università. Quanto allo stile, ho cercato di non ammorbare chi, dopo una giornata di duro lavoro, cerca in un libro svago e ristoro. Ci sono molti scambi dialettici, i personaggi diventano macchiette, si sorride spesso. Insomma, cerco di far riflettere senza sfiancare il lettore. Come diceva Pennac, una risata ci salverà, fa capire meglio la realtà", conclude Calathopoulos.
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