Si è parlato molto nelle ultime settimane delle numerose polemiche scatenate dal presunto e crescente sessismo dei videogiochi, verso cui diversi utenti in rete hanno mostrato tutto il proprio disappunto. I videogiochi sono sempre stati terreno fertile per la trattazione delle tematiche più disparate su fisicità e orientamento sessuale e purtroppo sono ancora tanti i titoli che vengono censurati per questa ragione. Ma certo Sony non si aspettava una reazione così dura dopo aver mostrato le immagini first-look di Aloy, durante il recente State of Play di Horizon Forbidden West. L’accusa da parte dei fan è che l’eroina del gioco di Guerrilla Games appaia troppo paffuta rispetto al primo capitolo.
Aloy ha debuttato infatti più muscolosa e robusta, con guance più accentuate e caratteristiche che la rendono più mascolina. I giocatori e gli appassionati della serie Horizon hanno dunque espresso la propria delusione, attraverso commenti al limite dell’ormai dilagante fenomeno del body shaming, incitando la produzione a riportare la protagonista alle sue caratteristiche più "femminili".
Il cambio di look dei personaggi è diventato ormai un must nei sequel o nelle serie franchise di successo, per donare un’evoluzione e uno spessore più vicini al realistico a un certo personaggio, diventando tradizione consolidata della maggior parte dei team e sviluppatori di videogiochi famosi. L’aspetto della giovane guerriera ha così segnato uno spartiacque tra gli amanti della saga.
Dalla parte più dura si sono schierati diversi utenti della rete, i quali hanno espresso il proprio disappunto tramite i social media, inveendo contro Sony e Guerilla Games per aver progettato il personaggio con forme più "curvy" rispetto al precedente. Dall’altro lato, invece numerosi fan del gioco hanno dato vita a una serie di hashtag di tendenza in cui mostrano di preferire il nuovo look della protagonista, più "normale" e reale, nonostante l'enorme differenza, specie in un mondo post-apocalittico che sembra tornato indietro di milioni di ere geologiche, ma invaso da macchine sempre più minacciose e potenti, in cui le donne non erano certamente l’incarnazione dello stereotipo della perfezione moderna.
Ricordiamo che anche altri giochi di successo hanno subìto gli attacchi della community, partendo proprio da The Last of Us Parte 2, dove entrambi i controversi personaggi di Abby ed Ellie erano stati presi di mira dalle critiche circa il loro aspetto e orientamento sessuale. Tuttavia, continuano a costituire la maggioranza coloro che sostengono come i giocatori dovrebbero concentrarsi di più sul gameplay, piuttosto che sulla fisicità dei personaggi, visto che queste caratteristiche definiscono sempre più profondamente la trama di un videogioco e i messaggi in essa contenuti, decretandone spesso lo schiacciante successo.