Funivia Mottarone, operaio addetto a manovra nel mirino del pm | Al setaccio i messaggi tra gli indagati
L'operatore la mattina del 23 maggio, giorno della tragedia, non rimosse i forchettoni dai freni di emergenza su "ordine" del caposervizio Gabriele Tadini
Gli inquirenti dell'inchiesta della Procura di Verbania sull'incidente della funivia del Mottarone ora focalizzano l'attenzione sull'operatore che la mattina del 23 maggio, giorno della tragedia, non rimosse i forchettoni dai freni di emergenza su "ordine" di Gabriele Tadini, caposervizio. Le analisi sulle eventuali responsabilità si concentrano sulla decisione di tenere i ceppi e sulla consapevolezza del dipendente che non li tolse.
Un dipendente-testimone, infatti, ha messo a verbale il nome dell'operatore che quel giorno mantenne i ceppi sulla cabina 3 "su autorizzazione" di Tadini. Lo stesso operatore ha confermato ai pm che fu il caposervizio a dargli l'ordine e, in linea col verbale di Tadini, ha anche raccontato che il tecnico aveva più volte discusso col gestore Nerini e col direttore Perocchio perché lui avrebbe voluto "chiudere" l'impianto e gli altri due non volevano per "motivi economici".
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