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Funivia Stresa Mottarone, Nerini (gestore impianto): incontrerò le famiglie delle vittime, voglio risarcirle

"Mai risparmiato su sicurezza", lo sfogo dell'imprenditore. Il caposervizio della funivia Tadini: "Freni disattivati dieci volte in 15 giorni"

Luigi Nerini, il gestore della funivia Mottarone, indagato per l'incidente a Stresa e rimesso in libertà dal giudice, nei giorni scorsi aveva confidato al suo avvocato la sua volontà di "incontrare i familiari delle vittime, vedere le tombe di quelle persone" e "mettere a disposizione tutto quel che ho per risarcirli". E sulla questione sicurezza puntualizza: "Mai risparmiato, pago 127mila euro all'anno per la manutenzione".

Il gip Donatella Banci Buonamici ha riconosciuto che mancavano totalmente indizi a suo carico e soprattutto che non avrebbe avuto alcun interesse "economico" ad avallare la "prassi" di disattivare il freno d'emergenza per mandare avanti la funivia del Mottarone, anche perché la stagione doveva di fatto ancora iniziare.

Per questo l'imprenditore è stato rimesso in libertà ed è tornato in famiglia dopo quasi 4 giorni passati nel carcere di Verbania per l'incidente costato la vita a 14 persone. Adesso Nerini, fa sapere il suo legale, spera che adesso le "responsabilità vengano individuate correttamente".

Funivia Stresa Mottarone, ecco che cosa è successo

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"Freni disattivati dieci volte in 15 giorni" E' quanto ammesso dal caposervizio della funivia Gabriele Tadini davanti ai magistrati. Tra l’8 e il 23 maggio, il giorno dell'incidente, sono stati inseriti i forchettoni che disattivano il sistema frenante. 

Funivia Mottarone, i tre indagati fuori dal carcere: Tadini ai domiciliari, liberi Nerini e Perocchio

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