I carabinieri hanno arrestato per violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali aggravate Antonio Di Fazio, 50enne, amministratore unico della Global Farma, nota azienda farmaceutica milanese. Le indagini sono partite il 28 marzo a seguito della denuncia di una studentessa di 21 anni, che aveva raccontato di essere stata invitata dall'uomo a un incontro di lavoro per uno stage e di aver perso completamente i sensi dopo aver bevuto un caffè.
Il racconto della giovane La ragazza ha riferito di essersi risvegliata presso la propria abitazione, dove è stata portata dal 50enne, ancora stordita e con addosso i vestiti indossati la sera precedente. Secondo la ricostruzione degli investigatori, è stata attirata nell'azienda di Di Fazio e poi, col pretesto di incontrare altri imprenditori, nel grande appartamento dove l'uomo vive in centro a Milano. I due si erano conosciuti durante una vacanza del manager in Sicilia. Poi le 21enne si era trasferita a Milano per studiare ed era stata ricontattata dall'uomo con la scusa di uno stage.
Amante della bella vita e di auto lussuose e ritenuto un millantatore, sulla scorta di un contratto di forniture di mascherine alla Regione, Di Fazio si spacciava come Alto commissario per l'emergenza Covid. In casa aveva anche una pistola finta, un lampeggiante e un tesserino del ministero dell'Interno. Secondo l'accusa, millantava rapporti con imprenditori internazionali.
Le indagini Le indagini dei militari sono state coordinate dal Dipartimento "Tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli" della Procura di Milano, in particolare dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo. Il giorno dopo la violenza, quando dal letto della clinica Mangiagalli la giovane ha cominciato a ricordare qualcosa, nel suo corpo è stata trovata una quantità di "Bromazepam", un ansiolitico della famiglia delle benzodiazepine, superiore al quadruplo della dose massima prescrivibile. Lo stordimento della 21enne la mattina dopo la violenza era tale che la ragazza faceva ancora fatica a riconoscere il fidanzato.
La perquisizione Nel corso della perquisizione in casa dell'uomo sono state trovate, nascoste in una nicchia a scomparsa della cucina, due confezioni della sostanza. I carabinieri hanno accertato, grazie all'analisi dei tabulati telefonici, delle immagini estrapolate dagli impianti di videosorveglianza e dei dati gps registrati dallo smartwatch della ragazza e con accertamenti su vari telefoni e computer utilizzati dall'imprenditore, che Di Fazio il 26 marzo dopo aver invitato la vittima a una finta riunione di lavoro, le aveva somministrato, mescolandola con un caffè e un succo d'arancia, un'elevata dose di benzodiazepine, provocandole un'intossicazione con avvelenamento.
Gli abusi e le foto Questo, spiegano i militari, "per privarla della libertà personale, trattenendola presso la propria abitazione contro la sua volontà fino al mattino seguente, porla in uno stato di incapacità di volere e di agire per abusarne e fotografarla". Nel cellulare dell'uomo gli investigatori hanno trovato le foto della giovane incosciente e quelle di altre ragazze.
L'uomo voleva screditare il racconto accusando la ragazza di estorsione L'uomo, preoccupato dall'esito della perquisizione e dalle indagini, aveva addirittura tentato di crearsi un alibi, consigliando a familiari e amici di rendere dichiarazioni compiacenti e accusando la studentessa e la sua famiglia di tentare un'estorsione ai suoi danni.
Accertamenti su altre donne Secondo gli investigatori, l'imprenditore sarebbe un violentatore seriale e, oltre alla 21enne, sarebbero almeno quattro le altre vittime non ancora identificate. Per questo sono in corso gli accertamenti per rintracciare altre donne che, in passato, potrebbero aver subito abusi sessuali da parte dell'indagato con lo stesso modus operandi. Nella casa dell'uomo sono stati trovati indizi di altre violenze ai danni di ragazze altrettanto giovani. I carabinieri invitano coloro che abbiano incontrato il 50enne, accusando poi uno stato d'incoscienza, a contattare immediatamente la caserma di Milano Porta Monforte.