AI DOMICILIARI

Foggia, arrestato per corruzione il sindaco dimissionario Franco Landella

Sono state raggiunte da misure cautelari anche altre quattro persone, tra cui la moglie del primo cittadino, Daniela di Donna, dipendente comunale

Il sindaco dimissionario di Foggia, Franco Landella (Lega), è stato arrestato e messo ai domiciliari dagli agenti della squadra mobile con le accuse di corruzione e tentata concussione. Nell'ambito della stessa inchiesta sono state raggiunte da misure cautelari altre quattro persone, tra cui la moglie di Landella, Daniela di Donna, dipendente comunale, che è stata interdetta dai pubblici uffici.

Landella è accusato di aver intascato una tangente di circa 32mila euro dall'imprenditore edile Paolo Tonti per il rinnovo di una proroga di concessione urbanistica.

Secondo l'accusa, il sindaco avrebbe distribuito poi la tangente, con la collaborazione di sua moglie ai consiglieri di maggioranza Antonio Capotosto e Dario Iacovangelo (finiti oggi ai domiciliari), e ad altri quattro consiglieri comunali (per quali non è stata richiesta alcuna misura cautelare), affinché votassero a favore della delibera in consiglio comunale.

Per questi motivi Landella e sua moglie, i consiglieri Iacovangelo e Capotosto, e l'imprenditore Tonti sono indagati per corruzione. Anche Tonti è stato arrestato e posto ai domiciliari. Mentre Di Donna è stata sospesa dall'esercizio del pubblico ufficio.

Nell'inchiesta è coinvolto anche l'ex presidente del Consiglio comunale, Leonardo Iaccarino (già agli arresti domiciliari, dal 30 aprile, per i reati di corruzione, tentata induzione indebita e peculato).

"L'ipotesi di tentata concussione di cui è accusato il sindaco dimissionario - ha spiegato il procuratore capo di Foggia Ludovico Vaccaro - ha per oggetto una richiesta di 500mila euro, poi scesa a 300mila euro, all'agente di una società, la Gi.One, che si occupa di riqualificazione e adeguamento di impianti di pubblica illuminazione per il Comune di Foggia".

Il primo cittadino aveva rassegnato le dimissioni il 3 maggio dopo gli arresti di due consiglieri comunali per corruzione nell'inchiesta della procura di Foggia, su alcuni appalti indetti dall'amministrazione cittadina. Era stato lo stesso Landella, al secondo mandato, a dare notizia del passo indietro: "Foggia in questo momento ha bisogno di serenità, di essere tenuta al riparo da ogni tentativo di gettare fango su chi l'amministra con passione e dedizione".