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Chun-Li, la letale regina dei picchiaduro

Partita con l’idea di dover prendere a calci i cattivi, si è trovata negli anni a dover mettere le mani addosso un po’ a chiunque, dagli alieni ai supereroi

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Ryu, il lottatore solitario di cui abbiamo già parlato qualche tempo fa in questa rubrica, non è l’unico personaggio iconico della saga di Street Fighter. Nel 1991, al debutto del secondo, storico capitolo (Street Fighter II: The World Warrior), il cast accolse per la prima volta un personaggio femminile: Chun-Li. La lottatrice cinese è stata da lì in poi una presenza fissa e irrinunciabile anche in alcuni dei capitoli meno ortodossi dal punto di vista del roster – come Street Fighter III: 3rd Strike, nel quale erano presenti soltanto alcuni dei personaggi storici.

Chun-Li non è stata la prima donna in un picchiaduro, intendiamoci: il primato dovrebbe spettare a Yuki, personaggio di Onna Sanshirou - Typhoon Gal (Taito, 1985). Due le fonti di ispirazione principali che hanno dato vita al personaggio: da una parte, rimanendo in casa Capcom, c’era un’antagonista di Strider Hiryu di nome Tong Pooh, mentre dall’altra c’erano influenze cinematografiche – provenienti, per essere precisi, da Harmagedon - La guerra contro Genma, film d’animazione del 1983. I kanji che compongono le due parti del nome "Chun-Li", nel dialetto mandarino, significano "bellezza" e "primavera". La sua nazionalità si riflette anche nel suo vestito più classico, il qipao, un vestito cinese in voga a inizio secolo scorso.

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Si può dire, in un certo senso, che è grazie a Chun-Li se esiste il cattivo per eccellenza della serie, M.Bison (o Vega, se preferiamo utilizzare i nomi della versione originale). Se il viaggio di Ryu e Ken in giro per il mondo è, in buona sostanza, un continuo allenamento mirato a diventare i migliori lottatori sulla faccia della terra, la poliziotta dell’Interpol aveva invece bisogno di un motivo per combattere. Il suo background ha un tono tragico, segnato dalla morte violenta dei genitori per mano di – manco a dirlo – Bison.

Esperta lottatrice di Kempo, la sua prima rappresentazione videoludica era caratterizzata da una velocità elevata – paragonabile a quella di Vega (o Balrog, sempre per lo stesso discorso dei nomi invertiti) – mentre in seguito questo aspetto si è, almeno parzialmente, attutito, ponendo decisamente più enfasi sulla portata degli attacchi della lottatrice: i suoi calci rapidi possono essere utilizzati per controllare il campo di battaglia in maniera efficace, mentre la sua elevata agilità le permette di sferrare attacchi fulminei da angolazioni insolite.

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Il successo di Chun-Li come personaggio si vede non solo nella sua presenza più o meno fissa all’interno dei successivi capitoli della serie; la poliziotta cinese è diventata una portabandiera Capcom, sempre pronta a partecipare alle zuffe cross-over (come nella serie Marvel vs. Capcom, in Tatsunoko vs. Capcom e Street Fighter x Tekken), spin-off colorati come Super Gem Fighters Mini Mix, LittleBigPlanet e, più di recente, come guest star in Power Rangers: Battle for the Grid e, persino prestando il proprio aspetto ai personaggi di Fortnite.

Al di fuori dei videogiochi, Chun-Li è apparsa come uno dei protagonisti (forse il meno snaturato, ma rimane un’affermazione opinabile) del film live-action del 1994, interpretata da Ming-Na Wen. Alla vena trash non poteva evidentemente che seguire altro trash, come testimonia il secondo lungometraggio con attori in carne e ossa ispirato alla saga, incentrato (fatalmente) proprio sulla lottatrice cinese: Street Fighter - La leggenda, in inglese The Legend of Chun-Li. Ben più memorabile è stata l’improvvisa e inaspettata impersonificazione dell’eroina da parte di Jackie Chan nel live-action ispirato a City Hunter: un’interpretazione davvero difficile da dimenticare!

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Chun-Li non poteva ovviamente mancare neppure negli anime ispirati a Street Fighter II, ed è infatti uno dei personaggi centrali sia del film d’animazione Street Fighter II: The Animated Movie, sia della serie animata Street Fighter II, così come in uno dei due OAV dedicati alla serie Alpha. Non poteva mancare, ovviamente, neppure nelle trasposizioni su carta della popolarissima saga di picchiaduro: dal manga Street Fighter II di Masaomi Kanzaki fino al fumetto Street Fighter dello studio UDON.

Una simile storia alle spalle rende Chun-Li una regina dei picchiaduro i cui primati risultano davvero difficili da eguagliare per tutte le (pur agguerritissime) lottatrici delle altre saghe.

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