Chef Robles e Chiuni: eleganza e raffinatezza nel cuore di Torino
Classici del territorio e cucina ricercata da gustare in una cornice suggestiva: l'arte coniuga palato e sensi per un'esperienza straordinaria
Doppia opportunità
Il Carlina Restaurant & Bar sorge all’interno dell’Hotel Nh Collection di Piazza Carlina, situato nel cuore di Torino. Ricavato in un edificio del XVII secolo in una delle più belle piazze della città, l’architettura e la corte interna dell’albergo mantengono lo storico apparato decorativo, mentre la scelta stilistica, gli arredi contemporanei e i materiali di pregio lo rendono un luogo speciale e suggestivo.
Caratterizzato da un design minimale ma sofisticato, che mescola classico e contemporaneo, il Ristorante Carlina propone, in un ambiente caldo e accogliente, una cucina ricercata volta ad offrire una selezione di piatti tipici dei menù dei grandi hotel senza tralasciare i sapori classici del territorio.
A coordinare la cucina del Carlina Restaurant & Bar c’è lo Chef Andrea Chiuni, affiancato dalla presenza dell’Head Chef Alexander Robles per la ristorazione alla carta. Chef Chiuni è l’Executive Chef, oltre che del Carlina, anche del Tre Galline e del Tre Galli, ristoranti storici di Torino: dallo stesso sito, infatti, è possibile ordinare le specialità subalpine del Tre Galline come bollito, fritto e bagna caoda, le proposte intriganti del Tre Galli o quelle più cosmopolite dell’NH Carlina, poiché tutti e tre i ristoranti fanno parte dello stesso network, guidato dall’imprenditore torinese Riccardo De Giuli.
Il ristorante Carlina si propone di far conoscere un po’ di Piemonte ai clienti dell’Hotel e offrire un’esperienza internazionale ai clienti esterni. Così la carta è costruita attorno al doppio faro dei grandi classici della ristorazione alberghiera e della cucina locale, seguendo le stagioni e arricchendosi dell’esperienza e della mano dello chef che firma i signature dishes. Il servizio in sala è anch’esso frutto dei medesimi ingredienti: formalità per rispetto e coerenza con l’eleganza austera del luogo e piacevolezza per far sentire ‘di casa’ il cliente dell’hotel.
L’Arte al Carlina
Molto importante al Carlina è anche l’Arte: l’arte contemporanea e la fotografia escono dalle gallerie e dai musei e permeano luoghi diversi, creando piacere agli ospiti e negli avventori e diventando veri contenuti artistici e non solo estetici. Così, il Carlina, si può considerare un albergo storico della città di Torino che prova ad interpretarsi verso questa direzione culturale e turistica.
L’ NH Collection Piazza Carlina a Torino, infatti, fin dalla sua apertura espone nelle sale del cocktail bar e del ristorante opere di Carol Rama e Mario Merz, a conferma della sua vocazione per l’arte contemporanea e avviando una serie di collaborazioni con gallerie e istituzioni museali della città. Oggi, all’interno degli spazi del Carlina, si possono visitare tre Project Room differenti e temporanee degli artisti Georges Rousse, Giovanni Gastel e del fotografo Paolo Ventura.
Con la galleria Photo and Co di Valerio Tazzetti è stata inaugurata nel mese di luglio scorso la project room di Georges Rousse, uno dei maggiori artisti europei della fotografia di messa in scena. Il senso della rivisitazione e della trasfigurazione dello spazio è implicito nella ricerca di Georges Rousse e questa wunderkammer realizzata nei saloni dell'hotel va esattamente in questa direzione.
Sempre con Photo and Co, è stata allestita, poco prima del secondo lockdown, all’ingresso dell’hotel e lungo il porticato intorno alla corte dei limoni, la project room di Giovanni Gastel. Una selezione di quattordici fotografie di moda e ritratti, dedicati a famose donne e modelle della scena internazionale, realizzate dal famoso autore milanese. L’esposizione di ritratti focalizza l’attenzione su alcune delle opere più significative di Gastel immortalate sulle copertine dei magazine di moda più famosi del panorama internazionale, da Vogue, Elle e Marie Claire.
Visitabile negli spazi dell’hotel anche la Project Room by Paolo Ventura In collaborazione con CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia e in parallelo alla grande mostra “Paolo Ventura. Carousel” aperta a CAMERA. Una selezione di 9 opere realizzate in occasione della collaborazione con “Vogue”, iniziata nel 2019 su invito di Ferdinando Verderi, che dopo diversi anni segna per l’artista un ritorno alle riviste patinate, favorito anche dalla recente apertura di questo settore a pratiche artistiche in grado di uscire dai meccanismi tradizionali.
Gli spazi comuni dell’hotel oggi sono delle vere e proprie gallerie d’arte, allestite da curatori e art advisor esperti. Per coloro che amano l’arte moderna e contemporanea e la fotografia è un modo interessante per avere una dose quotidiana di cultura insieme alla prima colazione.
Intervista agli chef Chiuni e Robles
Qual è la prima cosa che fai la mattina quando ti alzi?
Andrea: Vado a svegliare mia figlia e, se è il mio turno, preparo la colazione
Alex: Un bacio a mia moglie che mi dà supporto da sempre e mi appoggia in tutto quel che faccio
Quando inizia la tua giornata tipo e quando finisce?
Andrea: Inizia alle 7 e finisce alle 00:30
Alex: Inizio facendo colazione presto con la mia famiglia e portando la mia bimba al nido, è lei che mi dà la carica per affrontare la giornata. Finisce intorno a mezzanotte, quando ci salutiamo con la mia brigata controllando che tutto sia a posto per il giorno dopo
Un ingrediente di cui non puoi fare a meno?
Andrea: Il burro
Alex: Il peperoncino, esattamente il “aji amarillo”, una varietà del Sud America non particolarmente piccante ma con un profumo che mi fa sempre tornare a casa
Qual è il primo piatto che ti ricordi di aver cucinato?
Andrea: Zuppa alla valdostana nell’hotel dove facevo il lavapiatti a 16 anni
Alex: Il “lomo saltado”, uno dei piatti bandiera del Perù. Fu un disastro, ma già a 13 anni sapevo che volevo diventare un cuoco
E quale ha avuto più successo?
Andrea: Ricotta fatta in casa con misticanza di verdure cotte e crude, in carta da 10 anni
Descrivi la tua cucina in tre aggettivi.
Andrea: Neoclassica, semplice ma non didascalica, ispirata
Alex: Sperimentale, etnica e saporita
Se fossi un film, che film saresti?
Andrea: Sono cinefilo, è difficile da dire. I miei registi preferiti sono Herzog, Tarantino, Coppola, tra gli italiani Moretti e Sorrentino
Alex: “Babel” di Alejandro Gonzales Iñarritu. Da piccolo sono da sempre attratto dalle diverse culture che ci circondano, non dal lato turistico ma dai problemi sociali, dalle usanze e soprattutto dal cibo
Se fossi una canzone, che canzone saresti?
Andrea: Idem come sopra, solo con ancora una più ampia scelta visto che sono un musicista
Alex: Mi piace il genere urban, c’è una canzone hip hop intitolata “Latinoamérica” di RESIDENTE, un rapper Portoricano, parla dell’emigrazione latinoamericana, ve lo consiglio…
Qual è il giudice che temi di più?
Andrea: Me stesso, come tutti gli introversi
Alex: Mia nonna. Mi fa sempre tenere i piedi per terra, ovviamente lei faceva la cuoca.
Qual è il tuo ristorante preferito?
Andrea: Ce ne sono vari, per la cucina mi piace molto Acquerello di Fagnano Olona. Per il ristorante inteso nella sua interezza, non posso che non andare oltre le Alpi ai tristellati francesi, come il Troisgros
Alex: Non ho un ristorante preferito, penso che ogni ristorante abbia un suo fascino. Lo si capisce quando mi siedo a tavola, osservo il piatto e immagino il lavoro che c’è dietro, la storia che racconta
Qual è un tuo difetto?
Andrea: Che domanda difficile, i difetti si dividono in due categorie: quelli che non si sanno di avere e quelli a cui ci si sta lavorando, ma essendo tasti dolenti non è usuale sbandierarli. Quindi, forse, la risposta è essere troppo riservato
Alex: Sono un po’ ansioso in alcune cose che faccio in cucina, sia nell’organizzazione del lavoro che nella creazione di un nuovo menu
E un tuo pregio?
Andrea: Essere empatico
Alex: Credo di essere determinato, una volta visualizzato l’obiettivo faccio in modo di raggiungerlo
Cosa avresti fatto se non avessi fatto il cuoco?
Andrea: Non saprei, uso dire che la cucina mi ha salvato la vita proprio perché, ancora adesso, non so cosa avrei fatto. Lavorando nella ristorazione mi sono appassionato a settori come l’ospitalità, l’hotellerie e le risorse umane.
Alex: Di sicuro sarei diventato un avvocato in Perù, come mia madre. Ma da piccolo sono cresciuto nella cucina del ristorante di mia nonna e non cambierei per niente questa passione con con un altro mestiere.
Di Indira Fassioni
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