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Videogiochi: un censimento per scoprire la crescita ed evoluzione dell'ecosistema italiano

L'Associazione di settore per l'industria videoludica del Bel paese svela dati interessati sull'andamento del mercato dei videogames nella penisola italiana

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Si respira positività tra gli sviluppatori di videogiochi italiani, stando al nuovo report pubblicato da IIDEA: il quinto censimento, realizzato dall'Associazione in collaborazione con IDG Consulting, ci offre una nuova panoramica dello stato dell'industria nella nazione e conferma la crescita delle imprese locali. Il settore videoludico crea nuove opportunità di lavoro e professionalità, come testimoniato dalle oltre 160 risposte degli sviluppatori attivi sul suolo nazionale, e si sta evolvendo.

L'ecosistema produttivo italiano sta crescendo: stando all'indagine condotta da IIDEA, il 73% degli studi di sviluppo oramai operano sul mercato da oltre quattro anni, mentre sale il numero di imprese videoludiche con un fatturato annuo superiore ai 500mila euro di fatturato annuo e un numero di dipendenti superiore ai venti. Un terzo delle imprese, infatti, può vantare più di dieci dipendenti nel proprio organico, mentre un quinto ne conta più di venti: si tratta di un grande passo in avanti rispetto al censimento del 2018, che vedeva un 17% di imprese con più di dieci dipendenti e il restante 83% rappresentato da micro-imprese.

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Il settore dei videogiochi in Italia sta crescendo, e così facendo crea nuove opportunità di lavoro: i professionisti impiegati nella produzione di videogames nel nostro Paese sono più di 1600, con un incremento esponenziale rispetto ai 1100 del 2018. Negli ultimi due anni, il 35% delle imprese ha assunto nuovo personale, mentre il 59% pianifica di farlo nel giro di due anni grazie alle nuove opportunità professionali garantite dal settore. Opportunità soprattutto per le giovani generazioni, dal momento che il 79% degli addetti ha un'età inferiore ai 36 anni, e per gli appassionati di tecnologia, arte e design.

L'industria italiana si sta dunque affacciando al mercato internazionale: il 94% del fatturato degli studi di sviluppo italiani operanti nel mercato B2C proviene infatti da nazioni al di fuori della nostra penisola, con l'Europa a vestire il ruolo di mercato principale di distribuzione (60%), seguito dal Nord America (25%). L'Italia, allo stato attuale, rappresenta solo il 6% del giro d'affari degli sviluppatori locali.

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A questa crescita del settore videoludico corrisponde anche un interesse maggiore da parte delle istituzioni, che non guardano più al videogioco come "potenziale perdita di tempo" ma come un'opportunità di business concreta: il supporto finanziario di publisher e il ricorso a finanziamenti pubblici e bancari è infatti cresciuto, con il supporto finanziario da parte dei publisher che è cresciuto (28%, contro il 21% del 2018) di pari passo al ricorso ai finanziamenti pubblici (24%, contro il 6% del 2018) e agli istituti bancari (18%, contro il 6% del 2018). È cresciuta, insomma, anche la fiducia da parte delle istituzioni nei confronti degli studi italiani.

Il report ha inoltre sottolineato come l’industria si sia adattata alla pandemia da Covid-19: le imprese hanno dovuto affrontare ritardi nella chiusura dei contratti con editori, investitori e partner, nonché nell'esecuzione dei progetti, ma fortunatamente la maggior parte delle imprese si è adattata rapidamente al lavoro da remoto non ha avuto effetto o ha avuto un effetto positivo sul business. Il 70% delle stesse aziende continuerà a utilizzare questa modalità di lavoro in futuro.

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"La rilevazione di quest’anno ci restituisce segnali positivi di crescita per le imprese e l’occupazione nel settore e ci dimostra la grande flessibilità e capacità di adattamento che ha avuto l’industria locale rispetto alla pandemia Covid-19", ha dichiarato Luisa Bixio, Vice Presidente di IIDEA in rappresentanza dei soci. "Per sostenere la crescita del settore in Italia e rafforzare la sua competitività internazionale, è importante che vengano disegnate e messe in atto delle politiche di sostegno a 360 gradi in direzioni diverse e complementari come: supportare lo sviluppo di nuove proprietà intellettuali, rendere l’Italia più attrattiva per gli investitori e per i talenti nazionali e internazionali, investire nell’internazionalizzazione del settore e consolidare e rafforzare il know-how delle imprese italiane".

Uno dei primi passi, in tal senso, è rappresentato dal nuovo decreto tax credit, firmato dal Ministero della Cultura: una manovra che consentirà agli sviluppatori di ottenere un credito d'imposta del 25% dei costi di produzione per tutti quei giochi riconosciuti di valore culturale.

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