Bully è già un "caso" negli USA
Esce a ottobre, ma è già sotto attacco!
Jack Thompson è un celebre avvocato dello stato della Florida (USA), un personaggio al centro della scena ormai da qualche anno, che impazza su tutti i media americani per le sue battaglie contro i videogiochi violenti. A quanto pare Jack Thompson è di nuovo all'attacco, avendo chiesto a Take 2 Interactive una copia del videogioco Bully, in anteprima, per valutarne il grado di violenza.
Il fatto è quantomai clamoroso, data l'estrema riservatezza che avvolge ogni videogioco prima del suo debutto e in particolare quelli - come Bully - creati da Rockstar Games.
Non avendo ottenuto risposta dal produttore, Jack Thompson non si è arreso e ha chiesto al tribunale di Miami di imporre a Take 2 Interactive la spedizione di una copia di Bully al suo indirizzo, in modo da poter valutare il grado di violenza insito gioco prima che lo stesso raggiunga gli scaffali dei negozi, a ottobre.
Le motivazioni dell'azione, secondo Thompson, risiedono nelle "frodi" (a suo dire) perpetrate in passato da Take 2 nei confronti dei consumatori (nello specifico, lo scandalo Hot Coffee di Grand Theft Auto: San Andreas e la controversa questione del "nudo" presente in The Elder Scrolls IV: Oblivion) e dell'organo di rating dei videogiochi. Nella stessa causa viene anche citata la catena di centri commerciali Wal-Mart, che dai primi di agosto aveva iniziato le prevendite di Bully anche in assenza dell'apposito bollino di rating; per questo motivo, nella giornata di ieri, Wal-Mart ha rimosso Bully dai giochi in preordine mentre non si hanno notizie di analoghe iniziative per quanto riguarda Amazon e Toys R Us, destinatari anch'essi delle accuse di Thompson.
Nella sua nuova crociata anti-Bully, l'avvocato sta usando ossessivamente il soprannome di "Columbine simulator" per il gioco creato da Rockstar Games, alludendo esplicitamente alla strage compiuta da due studenti alla Columbine High School, nel 1999, che costò la vita a dodici studenti e a un insegnante.
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