NEL 2020 UNICA DATA ITALIANA A MILANO

Billie Eilish è pronta a conquistare il mondo: "Ho scoperto che essere famosi è bello"

La giovane artista non si ferma: annunciato un tour mondiale per il 2020 con un'unica data italiana a Milano. Tgcom24 l'ha incontrata

di Massimo Longoni

© ufficio-stampa

Con i suoi 17 anni (18 a dicembre) ha dato uno scossone al mondo del pop come nessuno era riuscito da anni a questa parte. Ma Billie Eilish, mentre ancora si gode il successo del suo primo album "When We All Fall Asleep, Where Do We Go?", non si ferma. E' stato annunciato un tour mondiale per il 2020, con un'unica data italiana a Milano, il 17 luglio. "Ho attraversato momenti difficili per venire a patti con la fama - dice -, ma ora mi diverto".

L'irresistibile ascesa di Billie Eilish è tutta nei numeri: 15 miliardi di streaming certificati per i suoi brani, oltre 3 miliardi e 700 milioni di visualizzazioni, solo sul suo canale YouTube ufficiale, per i suoi video. L'album al numero 1 in 18 Paesi. Ma la dimostrazione plastica di come questa ragazza si stia facendo largo nel mondo della musica è nelle location dalle sue esibizioni in Italia: nel giro di poco più di un anno è passata da un piccolo club da 200 anime a un'arena all'aperto da più di 50mila posti, dove arriverà il 17 luglio del 2020 (con i biglietti in prevendita dal 2 ottobre tramite l'app I-Days e poi in vendita dal 4 su tutti i circuiti). La stessa, quella dell'ex area Expo, dove si è esibita, non da headliner, il 31 agosto nell'ambito del "Milano Rocks". Un concerto sfortunato, azzoppato, è proprio il caso di dirlo, dopo pochi secondi da un infortunio alla caviglia, che costringe Billie ancora oggi a girare con un tutore. E proprio in quell'occasione Tgcom24 l'ha incontrata.

Una delle cose sorprendenti del successo di Billie è come esso sia nato in un ambiente completamente familiare. Tutte le sue canzoni sono scritte insieme al fratello Finneas, che l'accompagna anche in concerto, e registrate nella loro casa di Los Angeles. Una situazione quasi impensabile considerando il fenomeno che la cantante è diventata e i numeri che ha generato. Difficile pensare che la cosa possa restare immutata. E infatti lei ammette che cambiamenti saranno inevitabili... "Ho sempre preferito scrivere la mia musica a casa, ma ora che sono sempre più spesso lontana quando ci torno… voglio riposarmi e godermela - spiega -. La musica di fatto è diventata il mio lavoro e sarebbe come se dopo aver lavorato tutto il giorno tornassi a casa la sera e mi portassi altro lavoro da fare. Amo la musica e amo scrivere ma è pur sempre un lavoro e alla fine rischi di fondere. Alla lunga puoi essere infastidita anche dalla miglior persona del mondo e lo stesso è per la musica".

Agli inizi della sua avventura musicale per lei tornare a casa significava anche ritrovare un rifugio dopo aver girato in tour in situazioni non esattamente confortevoli... "Girare per suonare non era così comodo ed ero sempre stanca, solo di recente è diventato divertente - dice -. Più andiamo avanti e più le cose migliorano: sono più belli i posti dove suoniamo, c’è più gente che lavora con noi, migliori alberghi, mangiamo meglio. Tutte queste cose mi hanno fatto sentire meglio e quindi comporre quando sei in giro non è più un problema. Credo che il secondo album, quando mai dovrà uscire, sarà composto quasi tutto in tour".

E di tempo ne avrà visto le molte date in giro per il mondo appena annunciate. Un'occasione per allargare ulteriormente un pubblico che già ora è sorprendentemente variegato, composto tanto da persone a lei coetanee tanto di età decisamente più alta. "Non credo ci sia un limite di età per essere mie fan - nota lei -. E’ strano quando mi chiedono se non sono stupita che ai miei concerti non ci siano solo ragazzine. Cosa c’è di male? Credo non ci debbano essere limiti di età per apprezzare della musica. Sono superfelice di far presa tanto sui ragazzi più giovani che su persone più mature perché significa che sto facendo la cosa giusta. Io non sono interessata a piacere solo a un certo gruppo di persone o a ragazzi di una certa età. Sarebbe molto noioso".

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Certo, per lei affrontare arene da decine di migliaia di persone sarà un bel passo, per quanto abbia già dimostrato quest'estate con festival come Reading e Glastonbury di non lasciarsi per nulla intimidire dalle folle  oceaniche. Si tratterà però di ripensare in qualche modo i suoi show o di dimostrare di essere in grado di mantenere quel grado di intimità che riesce da creare con il pubblico anche su scala più grande. A tal proposito ci tiene a citare un ricordo che la lega all'Italia. "Il primo show che ho fatto a Milano (al Dude Club - ndr) è stato il miglior spettacolo che abbia mai fatto - ricorda -. C’era un’energia nel locale indescrivibile, ho avvertito in quell’esatto momento che la mia vita stava cambiando. E si trattava di un posto molto piccolo, ci saranno state 200 persone".

Erano altri tempi, anche se in fondo si parla di poco più di un anno fa. L'esplosione di popolarità che ha investito Billie è stata talmente rapida da non essere indolore e non tutto è stato semplice da metabolizzare. "Non ho mai odiato essere popolare ma se devo essere sincera tra la fine dell’anno scorso e l’inizio di quest'anno non mi stavo divertendo e non stavo bene con me stessa - ammette -. E non era solo una questione del mio stato mentale o nemmeno il fatto che non dormissi o mangiassi abbastanza perché sempre in tour. Dovete pensare che quando tutto questo è cominciato avevo 13 anni e ho iniziato a fare concerti a 15 anni. Pensate a quando avevate 13 anni e poi ai 17. Quel periodo della vita è davvero difficile. Credo che se chiedete a qualunque ragazza di quell’età come siano stati quegli anni vi risponderà come me, con la differenza che io in cima a tutto ho dovuto metterci anche la fama".

Il rischio di chiudersi a riccio e cadere in depressione è stato forte: "Nella mia testa pensavo “odio la popolarità” e cose di questo tipo. Per un certo periodo non volevo uscire, adesso sono tranquilla ma c’è stato un momento in cui pensavo 'che palle, non posso andare a comprarmi una maglietta o uno spazzolino da denti!'. E’ una cosa stranissima a cui abituarsi". Ora però sembra tutto alle spalle e Billie può guardare anche a un impegno gravoso come un tour mondiale più serenamente: "Se devo essere sincera… essere famosi è una figata! E proprio perché ho odiato esserlo adesso posso permettermi di dire una cosa diversa. Mi fa così piacere essere felice ora".

Rigorosamente contraria a droghe e sballo, animalista e vegana convinta, Billie è da sempre un'ecologista rigorosa. Per questo, ospite di Jimmy Fallon, ha spiegato che il prossimo tour sarà "più verde possibile", con punti dedicati al riciclo, il divieto di vendere bottigliette di plastica e altre cose che verrano studiate nei prossimi mesi. Inevitabile pensare a una sua quasi coetanea come Greta Thumberg, grande protagonista in questi giorni. "L’amo. Vorrei che la gente l’ascoltasse di più. E ha solo 16 anni. In famiglia siamo tutti pazzi di lei - dice -. Non capisco come la gente non si renda conto di quello che sta succedendo. Mi fanno incazzare quelli che postano cose sull’Amazzonia in fiamme. Sanno perché sta bruciando? No, non lo sanno, perché altrimenti farebbero qualcosa. La fottuta ragione per cui l’Amazzonia brucia è che hanno raso al suolo alberi per fare fattorie dove allevare mucche, ammazzare mucche per la carne che voi mangiate".

Billie non ama vestire i panni della predicatrice, ma ogni tanto è per lei inevitabile intervenire. "Ho passato tutta la mia vita a evitare di sbattere in faccia alle persone quello in cui credo - afferma -. Sono diventata vegetariana 5 anni fa e prima la gente nemmeno lo sapeva perché non ne ho mai parlato, non mi interessava renderlo pubblico. Ma a un certo punto non riesco a stare zitta di fronte a quelli che scrivono disperati perché l’Amazzonia brucia e poi mangiano la loro bella bistecca. Siete voi che state facendo questo al nostro pianeta. Capisco che la carne sia buona, abbia un buon profumo, sia invitante. Ma qui andiamo oltre la questione della crudeltà verso gli animali. Stiamo parlando della nostra sopravvivenza. Fate finta che la crudeltà sugli animali non c’entri nulla, pensate che siano le patatine fritte la causa degli incendi in Amazzonia. Potete smettere di mangiare patatine fritte? Sì! E allora smettete di mangiare carne!".