Nel 1989 aveva creato il primo incrocio tra un labrador retriever e un barboncino, dando vita alla razza del labradoodle. A distanza di 30 anni Wally Conron si è pentito. "Ho dato il via a una tendenza pericolosissima", ha detto in un podcast sul network statunitense Abc. "Ho aperto un vaso di Pandora e liberato il mostro di Frankenstein". Le parole di Conron hanno fatto il giro del mondo rilanciando il dibattito sui confini della manipolazione genetica.
Conron aveva cominciato a lavorare sull'incrocio per un motivo nobile: combinare il pelo del barboncino con la delicatezza e la capacità di allenamento di un labrador retriever per fornire un cane guida a una donna cieca delle Hawaii, il cui marito era allergico ai cani. Dopo alcuni anni riuscì ad ottenere una cucciolata di tre esemplari, di cui uno non dava problemi all'uomo: lo chiamò Sultan. Wally chiese di diffondere la notizia dell'esistenza di una nuova razza e i labradoodle divennero in poco tempo popolari. Si diffusero rapidamente prima in Australia, dove Conron lavorava, e poi nel resto del mondo. Col tempo però si scoprì che la nuova razza poteva sviluppare i problemi di salute comuni sia del labrador sia del barboncino, come la displasia dell'anca e le malattie degli occhi. Ma ormai era troppo tardi per tornare indietro. "La maggior parte di loro è pazza o ha un problema ereditario", ha dichiarato Wally.
Dopo il labradoodle, si cominciò a incrociare il barboncino con qualsiasi razza, per ottenere più "doodle" possibili. Nacquero nuove razze, come il puggle, incrocio tra un carlino e un beagle, il peekapoo, dato dall'unione tra barboncino e pechinese e il peagle hound (beagle e pechinese). Tutti hanno presentato gli stessi problemi della "razza prototipo". Inoltre gli allevamenti incrociati provocano malattie congenite ai cani, soprattutto con il passare delle generazioni.