Google si scaglia contro la Francia e l'applicazione della direttiva europea sul copyright si trasforma in un vero e proprio braccio di ferro tra il colosso del web e gli editori. L'azienda di Mountain View ha annunciato nuove regole che verranno applicate il mese prossimo proprio in Francia - il primo paese ad applicare la direttiva comunitaria varata lo scorso 17 maggio - e fa sapere che non intende pagare gli editori, come invece prevede la normativa Ue. Secondo Google, gli editori potranno decidere se continuare a cedere le notizie gratuitamente, come fatto fino ad ora, oppure se farsi pagare, ma in questo caso sul motore di ricerca non verranno più mostrate le anteprime degli articoli con un breve estratto, ma solamente il link e il titolo.
La Francia: "Inaccettabile" - Il governo francese parla di atteggiamento "inaccettabile", chiede che venga tutelato il valore dei contenuti. Sul piede di guerra anche l’associazione degli editori francesi che accusa: "Ancora una volta Google dimostra di non rispettare le norme e di voler imporre la propria legge".
Google: "Noi portiamo visite ai siti di informazione" - Il vice presidente di Google News, Richard Gingras, in una nota, sottolinea che "Google invia più di otto miliardi di visite ai siti web degli editori ogni mese, si tratta di più di 3.000 visite al secondo. Gli editori possono quindi costruire il loro pubblico e aumentare le entrate derivanti da queste visite attraverso la pubblicità e/o gli abbonamenti". Poi cita una ricerca di Deloitte secondo cui "ciascuno dei clic che Google invia ai grandi editori ha un valore che oscilla tra i 4 e i 6 centesimi di euro di potenziale guadagno aggiuntivo". Infine specifica che "quando la legge francese entrerà in vigore, in Francia non mostreremo più i contenuti in anteprima di una testata europea, a meno che l'editore non abbia provveduto a informarci che questo è ciò che desidera. Questo si applicherà ai risultati di ricerca nei diversi servizi Google".
Sassoli e Mogol: "In Europa comandano gli europei" - Il presidente del Parlamento eurpeo, David Sassoli, dopo un incontro a Bruxelles con il presidente di Siae Giulio Rapetti (in arte Mogol), attacca: "In Europa comandano gli europei". Mogol aggiunge: "E' inaccettabile che questi giganti continuino a guadagnare cifre miliardarie sulle spalle dei creativi, oltre che di chi paga le tasse". Poi si augura che l'Italia segua presto l'esempio della Francia sull'applicazione del copyright e ricordata l'urgenza di riconoscere i pagamenti per le opere di autori, giornalisti e creativi. "Senza diritto d'autore", conclude, "che è il diritto del lavoro quotidiano di chi crea, la cultura muore, e con lei muore anche l'identità del nostro Paese".