Auguri al maestro Pedro Almodovar, il regista spagnolo che con il suo stile inconfondibile ha saputo dipingere l'universo femminile con un realismo e un'ironia unici nel suo genere. Il maestro festeggia 70 anni a poche settimane dal Leone d'oro alla carriera. Il riconoscimento è arrivato a 36 anni di distanza dal suo debutto a Venezia, quando "Labirinto di passioni" venne presentato tra le polemiche.
TUTTE LE DONNE DI PEDRO - Nel 1980 Almodovar si affacciò sul mondo del cinema spagnolo con "Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio". La commedia fece conoscere al pubblico il suo mondo fatto di surrealismo, trasgressioni, ironia e solidarietà femminile. Protagonista dell'irriverente commedia è l'attrice Carmen Maura, che è diventata negli anni una delle sue muse di riferimento. Nel suo olimpo Almodovar ha fatto entrare bellezze di tutti i tipi: da quella classica e mediterranea di Penelope Cruz a quella algida di Cecilia Roth, madre coraggio di "Tutto su mia madre", fino al fascino fuori dagli schemi di Rossy de Palma. E ancora Marisa Paredes, che dirige in ben sei film, e Victoria Abril che vuole nel 1990 come protagonista in "Légami!" e l'anno successivo in "Tacchi a spillo".
I SUCCESSI E L'OSCAR - Dopo l'ottimo esordio con "Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio", Almodovar conferma il suo talento con il successivo "Labirinto di passioni" (1982). Il film viene presentato alla Mostra di Venezia tra le polemiche, ma lo consacra come astro nascente del cinema spagnolo e ha il merito di far esordire il giovane Antonio Banderas. L'attore spagnolo negli anni è diventato un alter ego del regista, un ruolo che è diventato ancora più esplicito nel suo ultimo film "Dolor y Gloria". L'anno d'oro per il regista è il 1988. "Donne sull'orlo di una crisi di nervi" trionfa ai Goya (il David di Donatello spagnolo) e viene candidato all'Oscar come miglior film straniero. Quell'anno il riconoscimento va a una pellicola danese, ma Pedro stringerà l'ambita statuetta nel 2000 grazie all'intenso "Tutto su mia madre".
"DOLOR Y GLORIA" - Con 22 lungometraggi alle spalle, Almodvar ha attraversato tutti i generi del cinema: dalla commedia al melodramma (il suo pane quotidiano), avventurandosi anche nel noir e nell'erotico. Con "Dolor y Gloria", uscito qualche mese fa, Pedro ha regalato al pubblico la sua autobiografia emotiva. Attraverso Antonio Banderas, un regista alle prese con la crisi della mezza età, ha infatti raccontato al cinema la sua trasformazione come essere umano: la provocazione giovanile si è mutata in meditazione, mentre l'ironia pungente degli inizi ha lasciato il posto alla compassione per le debolezze del corpo e della mente. Quello che non cambia è lo stile Almodovar, che da decenni emoziona e diverte i cinefili di tutto il mondo.