Serif Seferovic, l'uomo accusato di omicidio per la morte di tre sorelline di 20, 8 e 4 anni, è stato condannato all'ergastolo. Le bimbe rimasero uccise nel rogo appiccato al loro camper in un parcheggio di Centocelle, a Roma, nel 2017. Stavano dormendo con i genitori quando, dopo il lancio di due bottiglie molotov, le fiamme divorarono il mezzo. Per Seferovic, i giudici hanno accolto in pieno le richieste della Procura.
Nel camper, parcheggiato vicino a un supermercato, dormiva una famiglia di 13 persone. Tra le lamiere morirono Elisabeth, Francesca e Angelica Halilovic, di 20, 8 e 4 anni. Serif Seferovic, che aveva partecipato a quel raid di morte era accusato di omicidio plurimo, detenzione, porto e utilizzo di armi da guerra e incendio doloso. Per la stessa vicenda nel 2018 è stata condannata a 20 anni, con rito abbreviato, Lisabeta Vicola, cognata di Seferovic. Una terza persona, Renato Seferovic, fratello di Serif, è tutt'ora ricercato e si troverebbe in Bosnia.
Era già stato arresato Lo stesso Serif era stato arrestato una prima volta nel 2017 perché coinvolto nel furto della borsa di una studentessa cinese, morta poco dopo essere stata investita da un treno mentre inseguiva i suoi scippatori. Il rom di origine bosniaca aveva patteggiato una condanna a 2 anni e ed era tornato libero. Prima di essere di nuovo arrestato per i nuovi elementi emersi a suo carico sul rogo di Centocelle. Gli investigatori avevano ritenuto che il rogo fosse legato a dissidi tra la famiglia Halilovic e alcuni Seferovic, maturate all' interno del campo nomadi di via Salviati. In particolare, il padre delle piccole vittime avrebbe avuto dei contrasti con gli altri rom, per motivi economici.