Il Porticciolo è il brand di abbigliamento per bambini creato dalla designer Carola Ploederl. L’eccellenza della manifattura Made in Italy trova spazio in una boutique di Londra, a Chelsea, dove le mamme inglesi possono vestire i propri figli con il gusto e la qualità dello stile tipicamente italiano.
Il sapore della tradizione si sposa con la qualità dei materiali per garantire un look per i più piccini, confortevole, ricercato ed elegante. Anche nel guardaroba dei nostri bambini, da zero a otto anni, i ricami leziosi cedono il passo ad un rigore classico, sinonimo di buongusto e raffinatezza. Banditi gli “abiti giocattolo” e gli outfit che imitano le mode dei grandi, perché anche i più piccoli possano sfoggiare la propria vera identità.
Ma Il Porticciolo è qualcosa in più: un luogo d’incontro, esclusivo ed accogliente, dove poter condividere con i propri bimbi la meravigliosa esperienza di essere genitori, a partire dalla scelta di un abito.
Chi è Carola Ploederl? Quali sono le tue origini e qual è stato il tuo percorso di formazione?
Sono nata a Genova e mi sono trasferita a Londra quando avevo diciotto anni. Nella capitale britannica ho studiato Economia e Marketing in un college americano e mi sono diplomata in Storia dell’Arte. Ho successivamente conseguito un Master in arte contemporanea da Christie’s. Appena laureata, ho fatti molti stage in gallerie d’arte e in case d’asta, per trovare infine lavoro nel dipartimento di arte contemporanea da Sotheby’s.
La tua passione per la moda da dove deriva? Esiste un episodio significativo della tua vita che ti abbia fatto capire che saresti diventata una designer?
La passione per la moda vive da sempre dentro di me, sin da quando ero bambina. Tuttavia, non avendo mai avuto una propensione particolare per il disegno, non ho mai pensato di poter diventare un giorno una stilista…forse da ragazzina ho creduto troppo poco nei miei sogni o forse mi sono nascosta dietro alla sicurezza che poteva derivare da una laurea in Economia. Mi sono sposata a venticinque anni e, durante il primo anno di matrimonio, appena riuscivo salivo sul primo volo notturno per andare a trovare mio marito che, per lavoro, ai tempi risiedeva nel Principato di Monaco. Dopo i primi dodici mesi vissuti a distanza e contati soli quaranta giorni trascorsi insieme, ho deciso di licenziarmi ed ho trovato il coraggio di sviluppare l’idea che mi frullava in testa da quando ero piccola.
Quando e come è nata Totò Bebé Ltd?
Toto Bebe Ltd è la mia società, interamente dedicata a mio figlio, colui che mi ha fatto trovare la forza di mettermi in gioco. Prima della sua nascita, ho viaggiato molto tempo in giro per l’Italia alla ricerca di artigiani, modelli, tessuti e materiali, ma non sono mai riuscita a trovare la forza per trasformare in realtà il mio grande sogno. A ventisette anni sono rimasta incinta di Tancredi e, al sesto mese di gravidanza, sono stata ricoverata a causa di una minaccia di parto prematuro. Dopo altri tre ricoveri e due mesi e mezzo trascorsi interamente a letto, è nato il mio bambino: sano e felice. Con lui sono sbocciati anche il coraggio e la ferma convinzione che in questa vita tutto è possibile. Grazie a mio figlio e a questa esperienza, sono finalmente riuscita ad attribuire il giusto peso alle cose e ad assumere un punto di vista più distaccato rispetto ai problemi del quotidiano. Dopo pochi mesi dalla nascita di Totò, soprannome di Tancredi, è stata registrata la Totò Bebe Ltd con marchio “Il Porticciolo”.
Il Porticciolo dunque. Di cosa si tratta?
Il Porticciolo, chiamato così dal ricordo di Boccadasse e Nervi, i piccoli porti di Genova dove sono cresciuta, è un brand di abbigliamento per bambini esclusivamente Made in Italy. Creo con artigiani di tutta Italia modelli per i più piccini: il cashmere in Umbria, i vestiti in Toscana e in Costiera amalfitana, la lana merino a Genova, grazie ad una meravigliosa artigiana che ricama ogni singolo golfino all’uncinetto a punto gambero… Oltre a vendere i miei capi, ho aperto un mio punto vendita a Londra per far conoscere anche fuori dall’Italia brand artigianali a me molto cari, in quanto li indossavo io stessa da bambina: Nicoletta Fanna, che ricama i colletti con le vecchie macchine Singer a pedali, Mariella Ferrari, con l’eleganza di altri tempi dei suoi splendidi vestitini, Pupi Solari, il cui negozio a Genova è ancora oggi un luogo di ricordi straordinari della mia infanzia: mio padre, nelle giornate speciali, mi portava in quella boutique rosa, io e lui da soli, e mi regalava un vestitino nuovo, rigorosamente di colore rosa. Ricordo ancora l’emozione e la felicità di quei momenti, così intimi e familiari. Anni fa, quando ho incontrato la Signora Solari per la prima volta, mi sono commossa: probabilmente grazie anche a lei è cresciuta dentro di me questa passione per l’abbigliamento bambino. I negozi per i più piccini non sono retail, ma un vero e proprio un luogo di incontro e condivisione. Le mamme vengono a comprare per i loro bambini, le nonne per i nipoti, i papà per le loro figlie… ogni abitino è un regalo del cuore, c’è sempre qualcosa di magico in questo “rito” e io adoro farne parte.
Quali sono le caratteristiche fondamentali delle tue creazioni per i più piccini? Che importanza assume per te l’artigianalità Made in Italy?
Mi piacciono lo stile classico e la tradizione, vestire i bambini come tali e non come adulti. Amo i prodotti di qualità, che durino nel tempo e che possano essere tramandati alle nuove generazioni. Tengo al Made in Italy e a sponsorizzare tutte quelle piccole realtà artigiane della nostra eccellenza, ormai sempre più rare a causa dei colossi Made in China e in India. Sono molto legata al mio paese, di cui ho una certa nostalgia: più si vive lontani e più ci si sente italiani. Il 90% dei miei prodotti, sia a marchio Il Porticciolo sia di altro brand, provengono da aziende familiari gestite da donne, cosa che mi rende estremamente orgogliosa, senza peccare in alcun eccesso di femminismo.
Dove possiamo acquistare i tuoi capi?
Ho aperto uno showroom a Chelsea e ricevo i miei acquirenti solo su appuntamento. Sono tutti i giorni lì, ma mi piace pensare che i miei clienti possano avere uno spazio a loro dedicato, nel quale portare con sé i propri bambini, far provare loro gli abiti senza nessuna distrazione e intanto raccontarmi in piena libertà le piccole grandi avventure quotidiane dei loro figli. Ho scoperto nuove e care amiche grazie al mio lavoro e ne sono felice. Un altro canale di distribuzione è l’e-commerce, attraverso il mio sito internet, dal quale spedisco in tutto il mondo.
© ufficio-stampa
Quanto ha influito la tua esperienza personale di mamma nella realizzazione del tuo progetto?
Moltissimo. Come già dicevo, è stato proprio grazie a Tancredi (oltre al al supporto della mia famiglia: i miei genitori, le mie sorelle e mio marito che è il mio fan numero 1!) che ho investito anima e cuore in questo progetto. Una volta diventata mamma, ho capito cosa mancava a Londra e dintorni nel campo dell’abbigliamento bambino. Per fare alcuni esempi concreti, non riuscivo a trovare golfini per mio figlio che non avessero trenini o animali disegnati oppure delle polo classiche in cotone o ancora completini colorati e comodi in puro cashmere… ho quindi capito cosa avrei dovuto offrire sul mercato alle altre mamme come me!
Chi è Carola Ploederl nella vita privata? Interessi e passioni nel libero?
Sono una ragazza (forse oggi una donna, come mi suggerirebbe mio marito!) entusiasta e appagata dalla propria famiglia. Mi reputo estremamente fortunata per la mia vita privata e per il mio lavoro.
Non ho comunque mai perso la mia passione per l’arte e, appena mi è possibile, posso vado a visitare le tantissime mostre e fiere che Londra mi offre. Mi piace anche trascorrere il tempo libero con gli amici e le persone care, viaggio il più possibile oppure semplicemente vado a caccia di posti nuovi nella città in cui vivo…dopo dodici anni ne ho ancora moltissimi da esplorare!
Cosa sogni per il tuo futuro? E per quello del tuo brand?
Dal punto di vista della vita privata, mi sento davvero una persona fortunata e non mi auguro nulla di più di quello che già ho…anche se mi farebbe ancora più felice la nascita di un altro bambino!
Per quanto riguarda il mio brand, spero che diventi conosciuto e riconoscibile a livello internazionale, in modo da poter esportare l’artigianalità Made in Italy in tutto il mondo. Mi piacerebbe vedere bambini camminare per le strade di New York con indosso i miei abiti…e, perché no, anche a Tokyo!