ARRESTATO UN 55ENNE

Messina, malato di Hiv lo nasconde: contagia la compagna e lei muore | Infettate altre donne, arrestato un 55enne

La procura di Messina parla di almeno quattro vittime. L'untore accusato di omicidio

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Per anni ha nascosto di essere malato di Hiv e, nonostante la patologia, ha continuato ad avere rapporti non protetti contagiando almeno quattro donne. Unadi loro, l'ex compagna da cui aveva avuto un figlio, è morta. Una vicenda scoperta dalla procura di Messina che ha chiesto e ottenuto l'arresto dell'uomo, un messinese di 55 anni, ora accusato di omicidio e lesioni gravissime.

Denunciato dalla cognata - L'inchiesta coordinata dalla procura di Messina, è stata avviata dopo la denuncia della sorella della vittima che ha raccontato agli inquirenti della malattia della familiare e dei suoi sospetti sul cognato. L'uomo, che aveva avuto una relazione di 4 anni con la donna pur sapendo di essere malato, come si evince dai referti medici poi acquisiti, si è rifiutato di avere rapporti protetti, mettendo incinta la compagna che non ha mai avvertito della patologia di cui era affetto. La vittima solo dopo molto tempo ha scoperto di aver contratto l'Hiv. I sanitari, infatti, hanno diagnosticato la malattia a distanza di anni dai primi sintomi. Una scoperta arrivata quando ormai le cure non avevano più alcun effetto.

Pur sapendo del suo stato e pur sapendo che la ex stava male, l'uomo non le ha mai confessato nulla, arrivando anzi a consigliarle di assumere integratori alimentari per risolvere i suoi problemi di salute. "Avrebbe avuto dieci anni per informarla ed inoltre era perfettamente a conoscenza che dal 2015 stava malissimo", ha raccontato la sorella della donna ai carabinieri.

Anche la prima moglie dell'arrestato è morta di Aids - Dalle indagini è emerso che la prima moglie dell'indagato era morta di Aids già negli anni 90. Ma alle donne che ha incontrato successivamente l'uomo ha sempre mentito, raccontando che era deceduta per un tumore. Le ragazze contagiate, oltre alla compagna morta, sarebbero almeno tre. Solo in un caso, però, i pm contestano all'indagato il reato di lesioni gravissime: negli altri non ci sarebbe la prova dell'intenzionalità del contagio.