Due embrioni creati in vitro sono l’unica speranza rimasta al rinoceronte bianco settentrionale per evitare l’estinzione. Ad oggi sopravvivono solo due esemplari femmina che si trovano in stato di libertà in Kenya. L’Università di Padova e il cremonese professor Cesare Galli hanno aderito ad un progetto scientifico internazionale, BioRescue, grazie al quale è stato possibile portare a termine per la prima volta la fecondazione degli ovociti di questo animale.
Il progetto per salvare gli animali dall'estinzione BioRescue è stato avviato nel 2006 dal Leibniz Institute for Zoo and Wildlife research di Berlino, il suo obiettivo è quello di preservare le specie in via di estinzione con le tecniche scientifiche più avanzate. Galli e il suo team hanno preso parte a questo progetto dopo aver già lavorato in questo campo della sperimentazione, facendo nascere due animali clonati (un toro e una cavalla).
La fecondazione in vitro Nel laboratorio Avantea di Cremona è stato possibile portare a maturazione e fecondare gli ovuli raccolti questa estate in Kenya da Najin e Fatu, le ultime due femmine di rinoceronte bianco ancora in vita. Per la fecondazione è stato utilizzato lo sperma congelato degli ultimi due maschi della specie, Suni e Saut, ormai deceduti. Da due di questi ovuli si sono sviluppati embrioni vitali, che saranno impiantati in una madre surrogata. In questo modo si spera di dar vita a due piccoli che possano costituire il futuro della specie.
L'esperimento sugli elefanti Thomas Hildebrandt, il professore danese che dirige il programma BioRescue, è pioniere nella ricerca sulla fecondazione assistita per evitare l’estinzione delle specie a rischio. Qualche anno fa aveva sperimentato con successo questa tecnica su 50 esemplari di una specie di elefanti in via di estinzione.