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"Piantiamo un albero per ogni italiano", il progetto per contrastare il cambiamento climatico

L'iniziativa, portata avanti dal fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, e da altre personalit�, a nome delle Comunit� Laudato S�, ha l'obiettivo di contrastare il riscaldamento globale

Il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, e altre personalit�, a nome delle Comunit� Laudato S�, lanciano un appello a "piantare 60 milioni di alberi, uno per ogni italiano, per combattere la crisi climatica". Secondo i promotori dell'iniziativa "Un albero in pi�", "piantare alberi � la principale soluzione che abbiamo per far fronte al riscaldamento globale. Non risolve il problema, ma ci aiuta prendere tempo nell'attesa di cambiare stili di vita".

La "crisi climatica" � sotto gli occhi di tutti. Il tempo per porre rimedio � poco, e allora un'idea semplice quanto rivoluzionaria: piantare alberi. Ogni persona pu� farlo, subito, perch� "se vogliamo arrivare al 2030 in condizioni atmosferiche non irreversibili, il momento di agire � adesso".

L'appello � rivolto a tutti, per fare qualcosa subito per salvare l'ambiente e contrastare i cambiamenti climatici ed � nato dallo scienziato Stefano Mancuso, Direttore Linv, International laboratory for plant neurobiology, dal vescovo di Rieti, Domenico Pompili, a nome delle Comunit� Laudato s�, e da Carlo Petrini, presidente Slow Food. All'iniziativa ha aderito subito anche il Wwf.

L`anidride carbonica (CO2) che si accumula nell'atmosfera - spiegano gli organizzatori dell'iniziativa - � la principale responsabile dell'incremento dell`effetto serra e, quindi, dell'innalzamento della temperatura del pianeta. Dall'inizio della seconda rivoluzione industriale (quella basata su elettricit� e petrolchimica), le attivit� umane hanno causato l'aumento della concentrazione media annuale di CO2: � la concentrazione senz'altro pi� alta degli ultimi 800mila anni.

E "dall'innalzamento della temperatura derivano in parte i problemi che affliggono oggi il pianeta: carestie, fame, guerre, migrazioni, catastrofi naturali dipendono spesso, in maniera diretta o indiretta, dal riscaldamento globale". Per questo "� giusto parlare di crisi climatica: qualsiasi altro problema, paragonato a questo, diventa irrilevante".

E allora - si chiedono i promotori dell'appello - "cosa possiamo fare per invertire questo andamento? Cambiare, a livello massivo i nostri stili di vita riduce certamente le emissioni di CO2. Vivere secondo criteri di sostenibilit�, ridurre sensibilmente i consumi di carne, razionalizzare i trasporti, sviluppare tecnologie che consentano un uso quotidiano e diffuso di energie rinnovabili sono azioni che abbassano le emissioni di CO2 e ci auguriamo che diventino comportamenti sempre pi� diffusi. Cos� come continueremo a lavorare perch� le politiche governative a ogni latitudine mettano le risorse naturali al centro degli interessi dei Paesi. Ma questi comportamenti presuppongono un cambiamento culturale profondo che, in quanto tale, richiede tempo. Tempo che non abbiamo".

Il tempo � poco ma l'idea � semplice quanto rivoluzionaria: piantare un albero. "� dunque urgente - si legge nel testo dell'appello - affiancare a questi processi di graduale conversione ecologica, azioni che portino rapidamente ad un abbassamento dei livelli di CO2. Una di queste � molto semplice ed � alla portata di ognuno di noi. Per questo lanciamo qui un appello a piantare alberi. Milioni, miliardi di alberi. Possiamo farlo oggi, subito: non inciderebbe sui nostri stili di vita, avrebbe costi irrisori rispetto a qualunque altra alternativa e funzionerebbe sicuramente".

Quindi "chiediamo a ogni cittadino di buona volont�, a ogni organizzazione di qualunque natura e orientamento, a ogni azienda pubblica o privata, alla straordinaria rete di comuni e regioni d'Italia, al governo nazionale di unirsi a noi con l'obiettivo di piantare in Italia 60 milioni di alberi prima possibile". Ovvero "un albero per ogni italiano: 60 milioni di alberi che dal loro primo istante di vita realizzano la loro opera di mitigazione dei livelli di CO2 nell'atmosfera".

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