"L'emergenza non è l'immigrazione"

Teresa Bellanova risponde agli insulti sui social: "Non faccio la vittima, giudicatemi come ministro"

Il capo del dicastero dell'Agricoltura al "Corriere della Sera": "Sono una donna fortunata, potevo morire a quindici anni. Il nuovo governo unica alternativa a Salvini"

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"Chi ha avuto la mia vita non può permettersi di fare la vittima". Così Teresa Bellanova in un'intervista al Corriere della Sera risponde agli insulti subiti sui social network. "Questo Paese dovrebbe discutere di altro. Anche perchè se una si iscrive a Miss Italia si mette in mostra e sa che deve essere giudicata anche per come veste, io sono stata chiamata a fare il ministro dell'Agricoltura, perciò magari se mi valutano per quello che faccio siamo tutti più contenti".

Sulla sua vita La vita di Teresa non è stata facile. Ha cominciato a lavorare come bracciante agricola ad appena quattordici anni. "Io ho sessantuno anni, sono una donna fortunata perchè faccio la ministra dell'Agricoltura. Potevo morire insieme alle mie colleghe a quindici anni in un pullmino dove erano stipate quaranta persone invece di nove", ha raccontato Bellanova. "Al contrario non solo ho avuto la possibilità di avere la mia vita, ma anche un figlio meraviglioso e l'opportunità di fare delle cose che incidono sulla vita degli altri. E' evidente che ci sono delle cose che mi sono state negate: il diritto allo studio e il diritto all'infanzia e quindi al gioco. Ebbene, io adesso gioco con i colori, li amo perchè amo la vita".

Sul governo giallorosso Bellanova è consapevole delle differenze che ci sono tra Pd e Movimento 5 stelle, ma è convinta anche che l'alleanza di governo fosse l'unica soluzione possibile: "Non avevamo alternativa rispetto alla scelta messa in campo da Salvini di andare al voto per avere una maggioranza tale da portare questo Paese fuori dall'Europa e dall'euro". La diversità di vedute con l'ex ministro dell'Interno è evidente: "L'emergenza italiana non si chiama immigrazione ma lavoro".

Sul caporalato Nell'intervista Bellanova si sofferma su uno dei problemi che affligge l'agricoltura: il fenomeno del caporalato. "Non intendo indietreggiare di un millimetro sull'applicazione della legge sul caporalato. Che è repressione ma anche prevenzione", ha dichiarato il ministro. La norma in vigore dal 2016, ha introdotto la sanzionabilità anche del datore di lavoro e non solo dell’intermediario-caporale, prevede l’applicazione di un'attenuante in caso di collaborazione con le autorità, l’arresto obbligatorio in flagranza di reato e, in alcuni casi, la confisca dei beni. "Ci sarà un tavolo di coordinamento con la ministra del Lavoro per definire le misure rispetto alla prevenzione, perchè bisogna consentire alle aziende che lavorano nella legalità di andare su una piattaforma per trovare i lavoratori. Se non lo fai il caporale diventa l'unico mezzo. Il caporalato è mafia e criminalità organizzata".

Il passaggio di consegne Il ministro ha raccontato un aneddoto sul passaggio di consegne con il suo predecessore Centinaio: "La prima cosa che ho fatto dopo il giuramento è stata quella di cercare il mio predecessore. Una volta, due volte, tre volte. Non sono stata richiamata. Il ministro non ha voluto fare nessun passaggio di consegne. E' accaduto anche per altri ministeri".

Su Matteo Renzi Una battuta finale anche su Matteo Renzi e sulla possibilità che esca dal Pd per fare un nuovo partito: "Renzi è quello che più ha lavorato perchè questo paese non cadesse in una pratica antidemocratica quindi oggi parliamo di questo. Poi, quando ci saranno fatti nuovi ne parleremo e io ancora una volta dirò con molta chiarezza da che parte sto".