In pericolo il secondo fiume più lungo al mondo

Allarme ambiente: Il Nilo rischia di prosciugarsi

L’Egitto è in deficit idrico di 20 miliardi di metri cubi ogni anno, gravi le conseguenze per l’agricoltura

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Con i suoi oltre 6.800 chilometri, il Nilo è il secondo fiume più lungo del mondo dopo il Rio delle Amazzoni. Le sue acque però, che soddisfano il 90% del fabbisogno idrico del Paese, rischiano di prosciugarsi. Le cause sono da ricercarsi in primo luogo nell’aumento della popolazione, che tradizionalmente si stabilisce nelle zone più fertili sulle sponde del corso l’acqua. Contribuiscono anche l’impatto delle attività umane, soprattutto dell’agricoltura, e i cambiamenti climatici.

Il Nilo da sempre rappresenta il fulcro dell’economia dell’Egitto, tanto che nell’antichità era adorato come una divinità. Le altre risorse idriche, ovvero falde acquifere, acque reflue trattate e acqua dissalate, provvedono solo al 10% del fabbisogno nazionale. Il progressivo abbassarsi del livello delle acque del fiume ha reso sempre più difficile la distribuzione delle risorse all’interno del Paese, portando il bilancio idrico in negativo di oltre 20 miliardi di metri cubi.

Le conseguenze della mancanza di acqua possono essere devastanti per l’economia dell’Egitto e per la sicurezza alimentare. Si sono già verificati dei danni nel settore agricolo (che genera il 12% del Pil del Paese): l’Egitto, un tempo chiamato il granaio dell’Impero Romano, oggi è uno dei primi importatori di farina al mondo. Secondo i dati forniti dal dipartimento dell’Agricoltura statunitense, il Paese importa il 50% in più di quanto produce. Un’emergenza idrica danneggerebbe anche il turismo, altro pilastro dell’economia nazionale, impedendo un corretto funzionamento delle strutture alberghiere.