Archiviati costumi e collezioni mare, il mondo della moda, in questo autunno ormai alle porte, si arricchisce di un nuovo brand, che porta la firma della giovane e talentuosa Mariaelena Samperi.
Capi stampati con pattern originali creati dalla stessa designer, passamanerie artigianali, tessuti di altissima qualità, che spaziano dal mohair alla seta sino alla lana purissima, modelli dallo spirito gipsy declinati in una palette cromatica intensa e seducente.
Una tradizione sartoriale ereditata dalla nonna, che le ha tramandato il linguaggio segreto degli abiti, perché ogni capo ha una storia da raccontare, una ricchezza da salvaguardare e un futuro da esplorare.
Quelli di Mariaelena sono occhi curiosi e attenti, che le permettono di trasferire nelle sue creazioni volti, colori, ambienti, luoghi e culture diversi, patrimonio inestimabile degli innumerevoli viaggi alla scoperta delle meraviglie del nostro pianeta.
Abiti originali, dalla sofisticata eleganza folk, rappresentata attraverso linee fluide e avvolgenti, per una donna a colori, libera e avventurosa cittadina del mondo.
Chi è Mariaelena Samperi? Quali sono le tue origini e qual è stato il tuo percorso di formazione?
Ho 34 anni e, sin da piccola, sono sempre stata contornata da donne, artigianalità, colori e tanta bellezza. Ho frequentato il liceo classico a Roma, mi sono laureata in scienze politiche e, mentre lavoravo in un’agenzia di comunicazione, ho frequentato un corso di specializzazione all’Accademia di Costume e Moda. Ogni tappa del mio percorso così vario è servita per arrivare al mio traguardo di oggi.
Da dove deriva la tua passione per la moda? Ricordi un episodio significativo della tua vita che ti abbia fatto capire che saresti diventata una designer?
La passione per la moda è nata con me ed è cresciuta nel mio corpo, nella mia testa, nelle mie mani, a partire da quando, ancora bambina, afferravo le forbici da sarta di mia nonna, come gesto naturale, senza neanche rendermene conto. Proprio allora, in quella meravigliosa veranda piena di sole, osservavo nonna Elena mentre cuciva splendidi abiti, spesso reinventati da ciò che già esisteva, e dentro di me si insinuava l’amore per quella che un giorno sarebbe diventata anche la mia professione. Non so se definirmi designer o stilista. Mi sento essenzialmente una creativa. Prima di dare vita alla mia collezione, mi è capitato molte volte di essere fermata per strada da persone che mi domandavano quale fosse il brand che indossavo; ogni volta rispondevo, con emozione ed un pizzico di imbarazzo, che si trattava di mie creazioni personali…
La spinta definitiva è arrivata dal mio compagno: guardando i miei bozzetti chiusi in un cassetto, mi ha convinta a cambiare vita e ad inseguire il mio sogno. Lo ringrazio ogni giorno per avermi incoraggiata ed aiutata a superare le mie paure.
Quando e com’è nato il brand che porta il tuo nome?
Ho iniziato vestendo attrici e conduttrici Rai e Mediaset, in occasione di programmi televisivi, servizi fotografici e red carpet. Il brand Mariaelena Samperi è nato ufficialmente un paio di anni fa. Le mie creazioni precedenti avevano un altro nome, ma un giorno ho finalmente deciso di utilizzare la mia firma e di “metterci la faccia”.
Qual è la cifra stilistica della tua prima collezione per l’autunno-inverno 2019/20?
La mia cifra stilistica ruota intorno a tessuti di ottima fattura, quali mohair, lana e seta pure, passamanerie personalizzate, rigorosamente Made in Italy, e la prima stampa iconica della maison, realizzata nel comasco, sulla base di un mio disegno: elementi geometrici, composti dall’iniziale del mio nome e incorniciati da sinuose foglie.
© ufficio-stampa
Da dove deriva l’anima folk delle tue creazioni?
L'essere folk è prima di tutto concettuale: è nomadismo di pensiero, inusuali accostamenti cromatici, scelte che seguono l'essenza. Tutto scaturisce da un’innata libertà, da sempre connaturata nella mia persona. Quando avevo circa 10 anni, ho iniziato ad aprire gli armadi di famiglia, destrutturando qualsiasi cosa mi piacesse e ricostruendo i capi in maniera del tutto personale. Sentivo la necessità di dare nuova vita a quegli abiti, senza alcun limite alla creatività. L’anima folk della mia produzione deriva inoltre dai tanti viaggi di una vita in giro per il mondo. Ho visto mille colori intrecciarsi con realtà meravigliose, che sono riuscita a catturare attraverso l’obiettivo della mia macchina fotografica. Mi sono innamorata tante volte. Ed ho sentito crescere dentro di me, giorno dopo giorno, l’incontenibile voglia di miscelare tutto ciò che avevo incontrato lungo il mio cammino, attraverso nuove forme di espressione. Non a caso ho chiamato il mio blazer "blazaar", per fondere l'eleganza di un blazer alla ricchezza di un bazaar. Nelle mie creazioni è racchiusa la voglia di creare un mondo nuovo, assolutamente personalizzato, senza redini.
Che importanza assumono per te qualità dei materiali e sartorialità Made in Italy?
Sono alla base del mio lavoro. Sono fiera di essere italiana e sento il dovere, oltre all’immenso piacere, di rendere il giusto riconoscimento alle mie origini. Viviamo nell’era del “fast fashion”, dove i numeri contano più di tutto il resto. Il mio obiettivo, invece, è quello di portare nel mondo un approccio più “slow”, fatto di cura, emozione, attesa, dettagli e qualità. Pochi pezzi ma esclusivi.
Le tue collezioni verranno di volta arricchite da capi custum made. Come mai questa scelta?
È una scelta che nasce proprio dal mio desiderio di tornare alle origini e all’esclusività. Nell’ambito di questo progetto, le mie clienti avranno quindi la possibilità di creare il proprio capo, in modo da sentirlo ancora più personale, realizzato apposta per ciascuna di loro…come una piccola attenzione in più.
A quale donna ti rivolgi?
Mi piace l'idea che la donna abbia la voglia e il piacere di essere Donna, di mettersi al centro, di sentirsi unica, di amarsi. Mi rivolgo ad una donna che si sente a proprio agio in tutti gli ambienti, libera, cosmopolita, ironica, fluida, proprio come le linee proposte nella mia collezione.
Chi è Mariaelena quando non veste i panni da stilista? Quali sono le sue passioni?
Questo per me non è un puro e semplice lavoro, non è qualcosa da cui riesco davvero a staccare, è sempre con me, mentre acquisto pezzi di interior design vintage o complementi di arredo contemporanei per la mia casa e il mio atelier o quando scatto foto in giro per le strade. È in una rivista di moda, nella frase di un libro che sottolineo…ogni dettaglio rappresenta una fonte di ispirazione. Amo condividere tutto questo con il mio compagno, rilassarmi e ridere con gli amici più stretti durante una bella cena. Ammetto di essere “drogata” di serie tv su Netflix, che mi tengono incollata allo schermo fino alle 4 del mattino. Adoro mangiare e bere bene, mi piace dunque organizzare weekend enogastronomici. Amo inoltre progettare viaggi alla scoperta di mondi lontani, continuamente.
Cosa sogni per il tuo futuro? E per quello del tuo brand?
Non è possibile scindere il mio futuro da quello del mio brand, essendo quest’ultimo praticamente il mio alter ego. Il primo obiettivo, che sta diventando realtà, è quello di produrre capi ecosostenibili. Seguo con vero interesse da circa 10 anni gli sviluppi di tutto il mondo ecocompatibile e vedo che finalmente anche tante aziende del settore moda ne hanno compreso l’importanza. Mi piacerebbe produrre con il contributo delle piccole realtà locali, riscoprendo così l’unicità della lavorazione dei tanti artigiani italiani. Altra idea divertente potrebbe essere quella di disegnare capsule collection per grandi case di moda, rileggendone lo stile grazie ai tessuti dei loro vecchi archivi, reinterpretati con il contributo di nuove contaminazioni. In fondo questo è il "gioco" che faccio da sempre… Un altro mio grande sogno è sicuramente quello di essere presente con i miei capi sui mercati internazionali…ho davvero voglia di gridare al mondo intero la mia filosofia di moda!