Ancora pochi mesi di servizio per Ilda Boccassini, lo storico pm di Milano protagonista di alcune delle grandi inchieste del Paese. Subentrò nel 1994 nel pool di Mani Pulite al posto di Antonio Di Pietro e lavorò nei processi a carico di Silvio Berlusconi, dallo Sme all'Imi-Sir, sino ai giudizi sul caso Ruby. L'8 dicembre andrà in pensione per raggiunti limiti di età. Boccassini è stata negli ultimi anni coordinatrice della Direzione distrettuale antimafia e in passato è stata tra i magistrati che si sono occupati delle stragi di Capaci e via D'Amelio.
Già la prossima settimana, però, il plenum del Consiglio superiore della magistratura ne prenderà atto, approvando il provvedimento di collocamento a riposo a decorrere dal compimento dei 70 anni.
Gli inizi della carriera - Dopo la laurea in giurisprudenza è entrata nella magistratura all'età di 30 anni, nel 1979, lavorando alla Procura di Brescia e ottenendo poi il trasferimento alla Procura di Milano in cui le viene affidato l'incarico di indagare sulla criminalità organizzata e le sue connessioni con la politica. La sua prima inchiesta è Duomo Connection in cui emergono infiltrazioni mafiose al Nord. Nell'indagine si è avvalsa della collaborazione di un team guidato dall'allora tenente Ultimo, il capitano divenuto famoso per l'arresto di Totò Riina. In quel periodo inzia una collaborazione anche con il magistrato Giovanni Falcone con il quale nascerà una profonda amicizia.
Il trasferimento a Caltanessitta dopo le stragi di Capaci e di via D'Amelio - Nel anni Novanta entra in rotta di collissione con i colleghi del pool antimafia di Milano e viene estromessa dal procuratore capo Francesco Saverio Borrelli. Così dopo le stragi di Capaci e di via D'Amelio in cui morirono gli amici e colleghi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ha chiesto il trasferimento a Caltanissetta per indagare in prima persona sulla loro morte e dove collabora ancora con il capitano Ultimo fino alla cattura di Totò Riina.
Il ritorno a Milano e il pool di Mani Pulite - Dopo una breve parentesi lavorativa alla Procura di Palermo, ritorna a Milano dove entra nel pool di Mani Pulite, al posto di Antonio Di Pietro.
Nel 2009 la promozione - Nel 2009 il Csm la promuove a procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano. In seguito indaga sul caso Ruby in cui è coinvolto l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Nel 2015 coordina le indagini della Direzione investigativa antimafia che hanno portato, dopo 30 anni, all'arresto di uno dei presunti esecutori materiali dell'omicidio del giudice Bruno Caccia.