Governo M5s-Pd, Calenda lascia il partito: dopo Paragone e Richetti, si allarga il fronte dei "ribelli"
"Abbiamo valori diversi", scrive l'ex ministro in una lettera. Il senatore dem Matteo Richetti vota contro il mandato a Zingaretti. Il segretario Dem a Calenda: "Ripensaci, abbiamo bisogno di te"
Prosegue l'emorragia di "big" contrari all'accordo di governo tra M5s e Pd. Dopo il no secco di Gianluigi Paragone a una possibile fiducia al nascituro governo per i pentastellati, tocca ora a Carlo Calenda dissentire in modo ancora più netto. Con una lettera al segretario e al presidente del Pd, Nicola Zingaretti e Paolo Gentiloni, l'ex ministro dello Sviluppo economico ha annunciato le sue dimissioni dal partito.
La lettera di Calenda: "Abbiamo valori diversi" - "Caro Nicola, caro Paolo, vi prego di voler accettare le mie dimissioni dalla Direzione Nazionale del Partito Democratico. E' una decisione difficile e sofferta", si legge nella lettera di Calenda pubblicata dall'Huffington Post. "Dal giorno della mia iscrizione ho chiarito che non sarei rimasto nel partito in caso di un accordo con il M5s. La ragione è semplice: penso che in democrazia si possano, e talvolta si debbano, fare accordi con chi ha idee diverse, ma mai con chi ha valori opposti. Questo è il caso dei 5 Stelle. Le ragioni le abbiamo spiegate ai nostri elettori talmente tante volte che non vale la pena ripeterle qui".
Richetti contro Zingaretti - L'unico membro della direzione del Pd a votare contro la relazione del segretario Zingaretti è stato il senatore Matteo Richetti. "Stiamo perdendo dignità. Approvare un mandato in bianco toglie credibilità al partito e alle istituzioni", ha affermato. "Non non mi pongo il problema di uscre dal Pd che è partito di cui faccio parte. Durante la scorsa direzione, il segretario ha escluso la possibilità di un governo con Conte premier. Il giorno dopo abbiamo dato l'ok a Conte premier. Avevo chiesto una cosa: diamo vita ad un governo nuovo, con un premier autorevole e credibile in ambito internazionale (Giovannini, Barca, Cantone). Non un governo di tecnici, ma un governo politico non composto dal ceto e dai gruppi dirigenti dei due partiti".
Paragone: "Valori 5 Stelle indifendibili col Pd" - "I valori ispiratori del M5s non si possono difendere con il Pd. Questa sinistra è una destra neo liberista", ha dichiarato invece Paragone. "La sinistra non sta più dalla parte del popolo da decenni. Noi dovevamo essere la rete sociale e socialista che non puoi fare con il Pd. Si parla già di 'competenti' nei nuovi ministeri: sono quegli stessi competenti che hanno raddoppiato i poveri negli ultimi anni".
Zingaretti a Calenda: "Anch'io preoccupato, ma la sfida va accettata" - "Ho letto con attenzione, rispetto e personale dispiacere la lettera in cui annunci la decisione di lasciare il Pd. Le preoccupazioni di Carlo Calenda rispetto all'intesa con M5s sono le stesse che mi hanno accompagnato in queste difficilissime ore", in "questi giorni difficili" durante i quali "ho avuto mille dubbi sulla via da seguire". E tuttavia "se questo governo nascerà, non sarà il frutto di un rimpasto o di una semplice staffetta ma sara' un cambio di paradigma basato sulle proposte di cui tante volte abbiamo parlato anche insieme. Ecco perché non sarebbe affatto una sconfitta e, tanto meno, un`umiliazione, ma una sfida che avevamo e abbiamo il dovere di accettare". Così Nicola Zingaretti scrive a Carlo Calenda invitandolo a "ripensare" alla sua decisione di lasciare il Pd. Zingaretti riconosce "lealtà" a Calenda, ricorda la sfida vinta insieme di una lista unitaria per le Europee e "l'ottimo risultato" che ne è scaturito: "Io sono convinto che l`accelerazione del declino del governo gialloverde sia iniziata proprio da lì, dall'onda d`urto del nostro successo comune, che ha contribuito in maniera determinante a far emergere le contraddizioni e l'insostenibilità del governo Lega-M5s".
Poi "l'atto di protervia di Salvini, con la sua inaccettabile richiesta di 'pieni poteri', ha aperto una fase politica nuova, certificando quello che noi indicavamo al Paese da tempo: la fine di un esperimento fallimentare".
In questa fase "il Pd è tornato ad essere un attore politico fondamentale. Questo è un nostro successo. E se pensiamo da dove siamo partiti, quando tanti scommettevano sulla nostra scomparsa, è un fatto straordinario, che si deve in primo luogo alla capacita di coesione".
"In questi giorni difficili, ripeto, ho avuto mille dubbi sulla via da seguire. Il mio impegno è stato quello di ascoltare tutti e rimanere uniti. Con lo stesso spirito che mi ha guidato nella sfida delle europee: essere utili alla nostra comunità e all'Italia, ricostruendo un processo unitario, forti di un'identità, della nostra storia di valori, di programmi, contenuti. Un patrimonio da far valere anche nel processo di costruzione di un'alleanza, come ho ricordato oggi nella mia relazione".
Dunque, prosegue Zingaretti nella lettera aperta a Calenda, "credo che non si possa scappare dalle responsabilità. Siamo tornati protagonisti. Ora dobbiamo avere il coraggio di metterci in gioco da subito. Scommettere su politiche espansive che partano dall'equità sociale e dalla creazione di un`occupazione di qualità. Investire su una crescita fondata sulla sostenibilità ambientale e su un nuovo modello di sviluppo. Andare in Europa per cambiarla e non per boicottarla. E, consentimelo, tornare umani".
"Nelle condizioni date ma con le idee chiare e la schiena dritta siamo quindi andati a trattare per la costruzione non di un nuovo contratto bensì di una proposta che porti ad un governo di sintesi; con un'idea e con un programma unici. Abbiamo chiesto discontinuità radicale, prima nei contenuti e poi, conseguentemente, nelle persone che questo cambio di passo dovranno attuare". Se arriverà "il cambio di paradigma", nella sfida del governo "il Pd ha bisogno anche delle voci critiche, soprattutto se provenienti da personalità autorevoli e competenti come te. Ho e abbiamo bisogno di te, perché solo uniti potremo cambiare il destino di un Paese che, fino a pochi giorni fa, sembrava trascinato per inerzia verso un declino economico, civile e democratico senza precedenti. Proviamoci. Io ci sono. Il Partito Democratico c'è. Spero davvero che vorrai ripensarci".
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