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Francesco Baccini festeggia i suoi 30 anni di carriera con il suo "Trenta anni in Tour"

Il cantautore genovese si racconta a "Popular"

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Ci sono artisti, che indipendentemente dal loro successo commerciale e discografico, vivono del contatto con il pubblico nei concerti; un rapporto diretto “vero”, che porta ad apprezzare più da vicino le qualità di un musicista o di un cantante. E' questo il caso di Francesco Baccini, che festeggia i suoi trenta anni di carriera con il suo "Trenta anni in Tour".

Una serie di concerti, dove accanto ai brani più recenti il cantautore genovese, proporrà i suoi successi del passato che risultano sempre moderni e freschi, non soltanto per la musica ma anche per i testi: ironici mai banali e intensi, capaci di suscitare nel pubblico anche l’istinto a riflettere. Baccini, nostro ospite a "Popular" ci parla dei suoi trenta anni in tour Si sono trenta anni 'on the road' un periodo lunghissimo", dice Baccini. "Anche quest'anno ho voluto il contatto con il pubblico che mi segue da tanti anni".

"Il tempo è passato velocissimo iniziai nel 1988, con: 'Mamma Dammi i Soldi' poi nel 1989 il mio primo album come Francesco Baccini: 'Cartoons', col quale vinsi la Targa Tenco, come miglior opera prima. Venivo dalla vittoria a Saint Vincent, mi aveva notato Maurizio Costanzo che mi invitò al "Maurizio Costanzo Show", da quel momento la mia popolarità iniziò a salire e feci il mio primo tour di trenta date nelle piazze italiane. Quest'anno nei concerti voglio divertirmi a mescolare cose che ho fatto nell'87 o nell'88, proponendo canzoni come 'Ho Voglia di Innamorarmi', che rimane attualissima, ad altre più recenti".

"Ho voglia di innamorarmi" è una canzone che piace molto al tuo pubblico, ma anche a te...
Si, ha un testo sempre attuale, che non parla solo dell'amore tra uomo e donna, ma anche il desiderio dare un senso alla propria vita, innamorandosi, come dico nell'ultima strofa, anche di un ideale.

Per essere cantautori bisogna essere "spinti" dalla passione...
La grande fortuna che ho avuto è di essere riuscito a vivere con la mia passione. La mia famiglia si è molto sacrificata per me, mio padre è morto quando avevo 14 anni. Il mio rammarico è che lui non abbia mai potuto vedere ciò che ho fatto in questi anni.

Quanto è stato difficile per te tenere la "schiena dritta'?
Non sono mai sceso a compromessi, ho sempre realizzato la musica che volevo. Come mi diceva lo stesso De André, "abbiamo scelto la strada più difficile". Essere qui dopo trent'anni, essendo passato poco in radio o in tv, è un record; sono un maratoneta non un centometrista, vedo la mia carriera nel lungo periodo.

Cosa ha rappresentato per te far parte della "scuola genovese"
Quando nasci a Genova, hai già un bel "peso" sulle spalle; una città che annovera nomi storici della musica: De André, Tenco, Bindi, Lauzi, Gino Paoli, cantautori che alla metà degli anni '60, hanno rivoluzionato il modo di comporre canzoni. Ciò avvenne sull'onda dei grandi cantautori francesi, anche perché Genova è come una "porta" sulla Francia. Sono cresciuto con le loro canzoni, il momento che ricordo più volentieri è la mia amicizia nata con De André nel 1989 che portò alla collaborazione per "Genova Blues" un duetto per il mio secondo album, mentre io lo aiutai per "Ottocento" un brano che è nel suo disco "Le Nuvole".

Francesco sarà in concerto a Minturno in provincia di Latina il 31 agosto, mentre il 9 settembre canterà a Cancello e Arnone in provincia di Caserta, il 14 sarà a Lanciano, il 21 settembre a Montenero di Bisaccia e il 22 settembre a Schiavi D'Abruzzo (Chieti).

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