No del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti alla Gronda di Genova. Il ministero, che ha pubblicato sul proprio sito internet le analisi costi benefici e l'analisi giuridica relative all'opera, suggerisce "di perseguire opzioni infrastrutturali più efficienti in termini trasportistici, ambientali e finanziari". L'irritazione del governatore Toti: "Toninelli boccia la Gronda, arroganza senza limiti".
L'analisi giuridica, in particolare, che valuta le problematiche connesse agli obblighi contrattuali (la realizzazione della Gronda rientra nella concessione di Autostrade per l'Italia), calcola il prezzo dello scioglimento in almeno un miliardo: "Ammonta, al netto del mancato guadagno indennizzabile nella misura del 10% dell'utile ritraibile, a circa 1 miliardo di euro".
L'attuale progetto, ricorda il ministero, prevede un costo complessivo di 4,7 miliardi per 120 mesi di realizzazione. I costi già sostenuti da parte di Aspi per quest'opera e funzionali alla sua realizzazione, si legge nell'analisi, ammontano a circa 1,030 miliardi di euro tra: costi già sostenuti o impegnati con fornitori esterni (progetto, etc.) o terze parti (espropri); costi relativi al prefinanziamento dei fabbisogni di cassa a partire dalla crisi del 2008; costi di copertura finanziaria per assicurarsi la certezza e la stabilità del finanziamento (interest rate swap); costo dovuto alla sovracapitalizzazione.
"L'eventuale scioglimento del vincolo di realizzazione della Gronda comporta un mutamento di una delle modalità di attuazione dell'oggetto della convenzione", si legge nell'analisi, in cui si evidenzia come ai costi già sostenuti "andrebbero aggiunte le eventuali pretese risarcitorie di terzi, o in via di rivalsa dalla stessa Aspi, che, a fronte del recesso, potrebbe verosimilmente chiamarsi fuori da ogni pretesa nei suoi confronti da parte di terzi che dovessero reclamare pregiudizi a loro occorsi dalla cessazione dell'esecuzione dell'opera, allo stato non quantificabili".
L'analisi valuta due scenari in cui confronta il progetto della Gronda con altre alternative progettuali. In un primo scenario emergono "benefici attesi crescenti proporzionalmente agli investimenti richiesti. Fa eccezione l'opzione della Gronda autostradale la cui redditività è significativamente inferiore a quella delle altre alternative, dato che investe in opere molto costose ma relativamente meno capaci di generare benefici rispetto a quelle concepite come potenziamento della rete urbana". Simile anche l'altro scenario.
L'ira di Toti - "Il colpo di coda di Toninelli! Anche se il governo non esiste più, il Ministero delle Infrastrutture a guida grillina boccia la Gronda di Genova, un progetto già fatto e che gli italiani stanno già pagando. Anzi, molte persone e molte aziende sono già state espropriate perché il cantiere sarebbe già dovuto partire mesi fa. L`arroganza non ha limiti: per compiacere i grillini liguri, che in campagna elettorale si sono schierati contro l'opera, il governo boccia un'infrastruttura strategica per tutti i porti e il nord-ovest del Paese. E questo nonostante tutte le associazioni di impresa, i sindacati, le categorie, i professionisti, chiunque viva e lavori in Liguria sia favorevole alla sua realizzazione. Il confronto istituzionale c'è già stato! Così come il dibattito pubblico, voluto dal Pd, tra i cittadini coinvolti nel progetto. Ed ecco che dopo aver aspettato anni per colpa della sinistra, ora siamo ancora bloccati per colpa dei 5 Stelle. E adesso che si mettono pure insieme a Roma... che disastro sarà? Aspetto il Pd che venga a dire, pur di andare al governo, che ha ragione Toninelli!". Così scrive il governatore della Liguria, Giovanni Toti, sulla sua pagina Facebook.