La nave dell'Ong spagnola Open Arms è ancora nelle acque di Lampedusa e così oltre 130 migranti hanno passato la quindicesima notte in mare dopo essere stati salvati nel Mediterraneo. Nella ultime ore si è resa necessaria l'evacuazione urgente di 13 persone per motivi medici. "Cinque evacuazioni urgenti in 14 giorni. Cosa aspettano ad autorizzare lo sbarco di tutte le persone, che l'emergenza medica diventi insostenibile? Quanta crudeltà", twitta l'Ong.
Le ultime evacuazioni - L'Ong su Twitter riferisce di 3 persone e un accompagnatore fatti scendere a terra nelle ultime ore per "complicazioni mediche che richiedono cure specializzate. Tutte le persone a bordo devono essere fatte sbarcare urgentemente. L'umanità lo impone". Giovedì sera altri 9 migranti - di cui 5 bisognosi di assistenza per problemi psicologici e 4 familiari - erano stati evacuati dalla nave. I profughi già stanotte sono stati trasferiti dal poliambulatorio dell'isola all'hotspot di contrada Imbriacola.
La situazione a bordo - "La situazione generale vede condizioni igienico-sanitarie pessime: spazi non idonei a ospitare un così ingente numero di persone - si legge nella relazione firmata dal medico Katia Valeria Di Natale e dall'infermiere Daniele Maestrini dello staff Cisom -. I naufraghi vivono ammassati gli uni sugli altri, non c'è possibilità di deambulare, sono presenti solo due bagni chimici e spesso i naufraghi sono costretti a espletare i loro bisogni fisiologici nello stesso spazio in cui dormono e mangiano".
Sindaco di Lampedusa: "Aiuto in mare non può essere negato" - Intanto sulla vicenda interviene anche il sindaco di Lampedusa, Totò Martello. "Quante volte le barche italiane sono andate a ridosso in Libia, in Tunisia, a Malta? L'aiuto non può essere negato a nessuno - dice infatti il primo cittadino dell'isola -. In mare esistono dei codici, quello dei pescatori. C'è maltempo, poi le ragioni politiche se sono andati a Malta o a Tunisi vengono dopo. Certo la nave deve chiedere l'autorizzazione perché non è un'imbarcazione italiana. Il codice dei pescatori è salvare le vite umane, prima può succedere agli altri poi può succedere anche a te".
Imbarcazione scortata al largo di Lampedusa - Al momento la Open Arms è all'ancora a ridosso di Lampedusa, nella zona di Cala Francese, a poche Centinaia di metri dall'entrata del porto. Diverse motovedette della guardia di finanza e della capitaneria di porto stanno monitorando i suoi movimenti, dopo che il Tar del Lazio ha accolto un ricorso sospendendo il divieto di ingresso nelle acque italiane disposto da Salvini. Dopo la decisione del tribunale amministrativo, il ministro dell'Interno ha rinnovato il provvedimento di divieto d'ingresso annunciando ricorso e ribadendo il suo "No" alla sbarco dei migranti. Ma nelle stesse ore il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha inviato le navi della marina per scortare l'imbarcazione fino a Lampedusa, aprendo un nuovo scontro all'interno del governo.
La posizione del governo spagnolo - Il governo spagnolo ha fatto sapere di essere disponibile a collaborare soltanto se anche altri Paesi europei si faranno carico degli immigrati. "Il nostro Paese è disposto a partecipare a una ripartizione equilibrata dei migranti accolti sulla nave" attualmente nelle acque territoriali italiane, hanno riferito da Madrid, spiegando che lavora con la Commissione Ue e altri Stati membri "per arrivare a una soluzione comune, europea, ordinata e solidale".
Conte: "Diversi Paesi disponibili a redistribuire i migranti" - Il premier Giuseppe Conte ha dichiarato che "Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo hanno comunicato di essere disponibili a redistribuire i migranti. Ancora una volta, i miei omologhi europei ci tendono la mano".
Trenta non firma il decreto Salvini - In un comunicato, intanto, il ministro Trenta ha spiegato di aver "deciso di non firmare il nuovo decreto" di Salvini perché "non si può ritenere che siano rinvenibili nuove cogenti motivazioni di carattere generale ovvero di ordine e sicurezza pubblica tali da superare gli elementi di diritto e di fatto nonché le ragioni di necessità e urgenza posti alla base della misura cautelare disposta dall'autorità giudiziaria, che anzi si sono verosimilmente aggravati". E sottolinea di aver "preso questa decisione, motivata da solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza. Non dobbiamo mai dimenticare che dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo. La politica non può mai perdere l'umanità".
La replica di Salvini alla Trenta - Immediata la replica di Salvini: "Umanità non significa aiutare trafficanti e Ong. Per me umanità significa investire seriamente in Africa e non certo aprire i porti italiani". Il ministro dell'Interno sottolinea quindi che "sul divieto di sbarco alla Open Arms siamo soli contro tutti. Contro Ong, tribunali, Europa e ministri impauriti. E col Pd al governo, immigrazione di massa e Ius Soli tornerebbero realtà".
Toninelli: "Salvini cerca solo il consenso facile" - Sulla questione interviene anche il ministro delle infrastrutture, Danilo Toninelli. "Il decreto è stato bocciato dal Tar ed emetterne un altro identico esporrebbe la parte seria del Governo, che non è quella che ha tradito il contratto, al ridicolo. Salvini cerca solo il consenso facile, noi agiamo con senso di Stato concretezza", ha scritto in un post su Facebook.