Tav, resa dei conti tra Lega e M5s: oggi il voto al Senato | Ma il premier Conte frena: "Governo non rischia"
Alle 9 a Palazzo Madama si votano le mozioni sulla Torino-Lione
E' giunto il giorno del voto al Senato sulle mozioni sulla Tav, con Matteo Salvini e Luigi Di Maio in Aula. "Il governo può cadere anche prima di settembre", ha detto il leader della Lega esprimendo il suo dissenso per la manovra pensata da Tria e altre scelte degli alleati. Ma Palazzo Chigi frena: il voto di oggi "non prefigura in alcun modo un sindacato sull'operato del governo né tantomeno sull'operato del presidente del Consiglio".
L'ipotesi di non far raggiungere il numero legale - A ridosso del voto in Senato sulle mozioni sulla Tav, si consolidano apparentemente le posizioni dei partiti: c'è un blocco a favore della Tav, che include Lega, Pd, Fi e Fdi, e un blocco contrario, che oltre al M5s conta parte di Leu e singoli come il Dem Tommaso Cerno. Ma fonti di centrodestra invitano ancora alla prudenza: "La situazione è fluida", affermano. A Palazzo Madama continua in particolare a circolare l'ipotesi di far mancare il numero legale (è necessario che sia presente la metà più uno dei Senatori esclusi quelli assenti giustificati) sulla mozione pentastellata, che sarà la prima a essere votata. La Lega, dopo che le mozioni di Pd e Fi sono state sfrondate dai passaggi contro la maggioranza, voterà tutte le mozioni per il Sì alla Tav (Pd, Fi, Fdi e Bonino) e contro le mozioni no Tav (M5s e Leu). Lo stesso dovrebbero fare i Dem, gli azzurri e i senatori di Fdi. Al contrario, gli oppositori dell'opera, tra cui due dei quattro senatori di Leu, voteranno a favore delle mozioni contro la Torino-Lione e diranno no a tutte le altre.
La maggioranza giallo-verde è platealmente spaccata sulla Tav. Le mozioni in Senato sono anche una sfida tra i vicepremier. Il ministro dell'Interno è pronto, dicono i leghisti, a porre subito dopo il voto un "problema politico" nell'esecutivo. E il leader M5s, con la sua presenza a Palazzo Madama, vuole inviare un messaggio ai suoi e insieme lanciare una campagna di rivendicazione delle "battaglie" pentastellate e di accuse all'alleato di essere totalmente schiacciato sul "sistema" dei partiti.
La posizione di Conte - Ma fonti vicine a Conte, alla vigilia del confronto, sottolineano da un lato che era impossibile bloccare l'opera per il No della Francia e dall'altro che solo "il Parlamento, nelle sue prerogative sovrane" può decidere di aprire un percorso per "impedire in maniera unilaterale la realizzazione dell'opera". Insomma, la tesi è che qualsiasi decisione venga presa dal Parlamento, non mette in discussione le scelte del governo e tantomeno il governo stesso.
Tav, gli schieramenti in Senato
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