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Open Arms chiede di far sbarcare 121 migranti in Italia o a Malta

E' da 5 giorni che le persone tratte in salvo dall'ong spagnola sono bloccate in mare. Intanto 48 nuovi arrivi si registrano a Lampedusa

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L'ong spagnola Proactiva Open Arms ha invitato gli Stati Ue a raggiungere un accordo per permettere ai 121 migranti soccorsi nel Mediterraneo di sbarcare sul continente. Il fondatore dell'organizzazione, Oscar Camps, ha chiesto una soluzione simile a quella dell'Alan Kurdi, nave tedesca che ha potuto far sbarcare a Malta i 40 migranti che trasportava. "Che Italia, Malta o la stessa Unione si mettano a lavoro e trovino una soluzione", ha detto Camps.

Bloccati da 5 giorni in mezzo al mare - E' da ormai cinque giorni che i migranti soccorsi da Open Arms sono bloccati in mezzo al mare. La nave continua a navigare ad una trentina di miglia da Lampedusa in acque internazionali. "E' incredibile che l'Europa non tenga conto della situazione, che i diritti di queste persone siano calpestati e continuino a lasciarci alla deriva", ha aggiunto il fondatore della ong catalana Oscar Camps ribadendo la richiesta di un porto sicuro.

L'Italia non risponde, Malta nega l'approdo - Ma l'Italia, dopo il divieto d'ingresso firmato da Salvini, Toninelli e Trenta, continua a non rispondere mentre Malta dopo aver accolto i 40 della Alan Kurdi ha negato l'approdo alla nave spagnola invitandola a rivolgersi allo Stato di bandiera. E dunque la situazione a bordo è destinata a peggiorare. "Abbiamo già avuto qualche piccola crisi - ha confermato Camps - tutti hanno bisogno di assistenza psicologica e medica immediata".

Le navi delle ong davanti alla Libia - Quel che è certo è che nei prossimi giorni aumenterà la presenza delle navi delle ong davanti alla Libia e, dunque, salirà la tensione politica: alla Alan Kurdi, che attualmente naviga davanti alle coste di Zuwarah, si aggiungerà la Ocean Viking, una nave di 70 metri battente bandiera norvegese noleggiata da Sos Mediterranee e Msf che ha lasciato il porto di Marsiglia. "Queste morti e sofferenze in mare e in Libia - ha detto la presidente di Msf Claudia Lodesani - sono evitabili e mentre gli Stati continuano a evitare le proprie responsabilità e i propri obblighi di soccorso, noi faremo del nostro meglio per continuare a salvare vite".

Nuova tragedia nel Mediterraneo, in 48 sbarcano a Lampedusa - Intanto una nuova tragedia sarebbe avvenuta nel Mediterraneo centrale: un "numero imprecisato" di migranti sarebbe finito in fondo al mare durante la traversata verso l'Europa. A raccontare i dettagli del naufragio, che non è ancora stato confermato da autorità ufficiali, sono i 48 migranti arrivati da soli a Lampedusa a bordo di una barca di legno senza che nessuno li intercettasse prima dell'ingresso nelle acque territoriali italiane.

Ai volontari della Federazioni delle chiese evangeliche che li hanno accolti hanno raccontato che erano in mare da due giorni dopo esser partiti dalla Libia e che durante il viaggio alcune persone, tra cui un bambino di 5 mesi e un uomo di 30 anni, sarebbero caduti in mare. La dinamica è ancora tutta da chiarire, mentre non c'è alcun dubbio su quale siano le condizioni delle 27 donne, di cui 3 incinta, dei 6 bambini e dei 15 uomini approdati a Lampedusa. "Molti tra i sopravvissuti - hanno dichiarato i volontari della Federazione delle chiese evangeliche - erano gravemente disidratati mentre altri presentavano seri problemi respiratori causati dai fumi di scarico del motore".

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