Esperienze straordinarie

La Galleria Olfattiva di Zeni 1870: alla prova la memoria dei sensi

Un percorso unico, aromi da riconoscere in una degustazione fuori dall’ordinario per avvicinarsi al vino con una modalità inedita ed innovativa

© ufficio-stampa

Si chiama GO, che sta per Galleria Olfattiva, ed è uno spazio esperienziale unico in Italia. Primo luogo dedicato al vino concepito in questo modo, GO vuole restituire all’olfatto il ruolo che si merita, permettendo di viaggiare tra i sensi, per avvicinarsi al vino in una maniera diversa e inedita: oltrepassando il confine puramente tecnico per arrivare dritto al cuore e alla mente. A idearlo è stata la famiglia che oggi è al timone di Zeni1870, storica casa vinicola di Bardolino (Verona), i cui vini sono arrivati sulle tavole dei migliori ristoranti al mondo, conquistando l’animo di consumatori esigenti e inanellando prestigiosi riconoscimenti internazionali.

Go è una vera e propria galleria, semibuia, dove attraverso un percorso a salire e accompagnati dalle note di un brano musicale composto ad hoc (con timbri e frequenze che stimolano la concentrazione olfattiva), si cerca di riconoscere, scomposto in 14 cofanetti, il bouquet di due vini. Ogni cofanetto racchiude un aroma, il cui nome non è però indicato. A scendere poi, dall’altro lato della galleria, ci sono altri 14 cofanetti che contengono i nomi degli aromi e le soluzioni al test olfattivo. GO vuole essere quindi anche un percorso ludico-didattico, un gioco emozionante, oltre che degustazione eno-sensoriale unica nel nostro Paese.

Una lode ai profumi che raccontano, attraverso i vini, terre e territori incantati, compresi tra il lago, le colline e i primi rilievi alpini, in un’area che copre le cinque grandi doc veronesi. Ogni anno due vini diversi, per dare luce a tutto il ventaglio olfattivo dei territori di produzione. Protagonisti dell’estate 2019 sono il Bardolino Chiaretto doc Classico in Anfora 2017 e l’Amarone selezione Vigne Alte 2015, due referenze simbolo dell’enologia veronese e fiore all’occhiello di Zeni1870. A lavorare sul concept e la sua realizzazione, sono stati lo scenografo Mattia Cussolotto e l’architetto Simone Spiritelli, in team con l’architetto Carlo Fantelli. Paola Bottai, creatrice di fragranze, è invece il “naso” che ha “olfattivamente decostruito” i vini Zeni.

Vino, famiglia, passione, qualità e innovazione: nella storia di Zeni1870 c’è proprio tutto. Ma soprattutto la famiglia, che è il valore e il perno attorno a cui ruota il suo successo. Fin dalla tenera età, figli, nipoti e pronipoti della famiglia Zeni hanno respirato il profumo unico del vino che matura in cantina, innamorandosene perdutamente. E oggi, presente e passato, tradizione e innovazione, si fondono armonicamente. Grazie a Fausto, Elena e Federica, fratelli eredi di ultima generazione (la quinta), cresciuti con la cultura del vino, che sono il cuore pulsante dell’azienda e che hanno saputo mantenere vivi il legame con la propria terra, la passione per la vigna, l’attitudine al commercio, frutto di una lunga tradizione vitivinicola.

Iniziata appunto nel 1870 con Bartolomeo Zeni, pittore per passione ma carrettiere di mestiere. Bartolomeo commercializzava pesce, olio e vino nei paesi rivieraschi del Garda, ma ad affascinarlo più di tutto era il vino, tanto che il figlio Gaetano, da tutti conosciuto come “Nino” e padre di Fausto, Elena e Federica, ne continuerà l’attività. È stato lui il vero innovatore della cantina, colui che decise, negli anni ’50, di spostare la produzione dalla struttura situata nel centro storico di Bardolino alla più ampia e funzionale cantina sulle colline appena soprastanti il paese, con vista sul Lago di Garda. Qui decise di fondare il Museo del Vino, per promuovere la cultura e l’importanza storica e sociale di questo nobile prodotto, e non mancò poi di portare novità anche sulle tipologie dei vini, tuttora proposti dalla cantina: il Cruino e il Costalago, frutto di una sua meticolosa ricerca, capace di regalare sensazioni e un equilibrio oggi apprezzati in tutto il mondo.

Le uve lavorate da Zeni1870 provengono tutte da vigneti di proprietà oppure da conferitori storici, supportati del team tecnico dell’azienda, per quanto riguarda l’applicazione di pratiche agricole a basso impatto ambientale, la riduzione delle rese per ettaro, la lotta integrata.
Trattasi di vitigni autoctoni: Corvina, Corvinone e Rondinella per la produzione dei grandi rossi veronesi, coltivati sulle colline del Garda e nella parte ovest della provincia scaligera, e il Garganega per la produzione del Soave, coltivato invece sulle colline a est di Verona.
I vini di Zeni sono insomma il risultato di una grande cura e di una costante, spasmodica ricerca della qualità, intesa come perfezione enologica.

www.zeni.it

Di Indira Fassioni