Circa 20mila persone, tra turisti e pellegrini, sono stati evacuati dalla zona sacra del monte Amarnath, in Kashmir, per via di un'allerta sicurezza. La decisione è stata presa dal governo locale sulla base di informazioni dell'intelligence, su possibili attacchi terroristici che avrebbero come bersaglio proprio i pellegrini. Le persone evacuate sono state trasferite nella capitale Srinagar e da lì ripartiranno verso destinazioni più sicure.
Nissar Wani, direttore del ministero del Turismo dello stato, ha confermato che, in due giorni, grazie a decine di autobus speciali, ventimila tra turisti, molti dei quali indiani, fedeli che stavano partecipando al pellegrinaggio annuale di Amarnath e studenti fuorisede dei college di tecnologia o management, sono stati accompagnati a Srinagar, la capitale estiva del Kashmir, sul lago Dal. Per tutti poi, la partenza, con treni o aerei, presi d'assalto.
Oltre a loro, hanno abbandonato la Valle anche centinaia di lavoratori stagionali indiani, originari di altri Stati. Gli ultimi evacuati hanno lasciato la capitale in giornata. Solo sabato, dall'aeroporto, preso d'assalto, con scene da esodo biblico, erano partite oltre 6mila persone, mentre altre 600 erano state ammesse su aerei dell'aviazione militare e fatte atterrare in luoghi ritenuti sicuri.
I costi delle compagnie aeree, quella di bandiera e tre private, per i voli da Srinagar a Delhierano sono schizzati alle stelle: da circa 11mila rupie (137 euro) a 20mila (250 euro). C'è voluto l'intervento del Ministero dell'Aviazione perché Air India li riportasse a meno di 7mila rupie (90 euro).
Oltre al pellegrinaggio annuale indù alla grotta di Amarnath, che doveva proseguire sino al 15 agosto, l'allarme del governo ha interrotto anche quello, meno noto, di Machail Mata, nella valle di Kishtwar: iniziato il 25 luglio, sarebbe proseguito per 43 giorni.
Partiti i turisti, resta la popolazione locale, sempre più sconcertata, che si chiede cosa mai debba succedere. Nel timore che venga proclamato un nuovo lungo coprifuoco e che la Valle resti isolata, i kashmiri hanno preso d'assalto gli sportelli Bancomat, fatto scorta di generi di prima necessità, e hanno atteso ore ai distributori, per fare rifornimento di carburante.
Quasi tutti i politici hanno criticato il governo. "Un simile invito non ha precedenti", ha commentato Omar Abdullah, che fu il più giovane primo ministro dello Stato, nel 2009. "Il Kashmir - ha aggiunto - è in preda al panico. Nessuno ha idea del perché siano state prese queste misure di sicurezza".
Dopo avere ricordato che, appena una settimana fa, il governo centrale ha inviato nella Valle 50mila militari da aggiungere ai 600mila già presenti, il presidente del Partito democratico del popolo, Mehbooba Mufti, ultima ex governatrice, ha convocato tutti i partiti: si sospetta che il governo nazionalista indù voglia prendere a pretesto la minaccia terrorista, per mettere in discussione lo statuto speciale garantito al Kashmir dalla Costituzione.