Bus "infuocati" per... business. Nella torrida estate romana sono almeno 200, sui 1.900 dell'intera flotta, i pullman che restano bloccati ogni giorno per i condizionatori ko. Il motivo? Le bombole per i climatizzatori sparirebbero dai depositi e il trasporto pubblico della Capitale è così costretto a fermarsi. A scoprire i furti, come riferisce Il Messaggero, è stata la stessa azienda dei trasporti, l'Atac. A sottrarre le ricariche sarebbero alcuni autisti. Sospeso già un dipendente, la società dà la caccia ai complici.
I furti delle ricariche dei condizionatori dei bus di Roma verrebbero messi a segno nei depositi, con l'utilizzo dei mezzi del trasporto pubblico per portarle all'esterno. La denuncia dell'Atac, si legge su Il Messaggero, è partita da un autista sorpreso di notte in un deposito, peraltro non il suo, mentre portava via cinque fusti con i ricambi dei climatizzatori.
L'uomo aveva utilizzato un bus ufficialmente in panne, ma perfettamente funzionante, per lasciare l'autorimessa (alla quale non aveva accesso, in quanto un'altra era la sua sede di lavoro) e portare le bombole in un parcheggio esterno, dove c'era la sua auto.
Il dipendente è stato subito sospeso, primo passo verso il licenziamento, e, intanto, è stato condannato a sei mesi per direttissima.
Ora, anche tramite indagini interne, si cerca di risalire alla rete di complici che rifornisce con le ricariche aziendali ditte private compiacenti. Un business alle spalle dei passeggeri, costretti a viaggiare a bordo di autobus "bollenti" o a restare a piedi, proprio perché i mezzi, per i condizionatori fuori uso, spesso non possono uscire dai box.