Ventidue anni da compiere e un destino scritto sulla carta d’identità: Charles LeClerc, pilota di Formula 1 alla sua prima stagione in Ferrari, è nato nel principato di Monaco. Lì dove a fine primavera, ogni anno dal 1955 (ma la prima gara è del 1929), prende vita quella che è probabilmente la sfida più suggestiva dell’intero circus motoristico della F1.
Il GP di Montecarlo è, assieme alla gara di Monza, l’appuntamento principe della stagione della classe del motorsport per eccellenza. Il record di vittorie è ancora suo, di Ayrton Senna: sei trionfi e una leggenda che ogni anno si gonfia di ricordi. E di lacrime, quando la mente corre al tremendo pomeriggio imolese del 1994. Appena due anni prima, però, Senna aveva avuto modo di entrare anche nella storia dei videogiochi.
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Torna lo specchietto retrovisore, vanto di Super Monaco GP del 1989.
L’occasione è gentilmente offerta da Sega, al tempo all’apice del successo. Le cose in sala giochi vanno benissimo, per ancora due o tre stagioni non cambieranno e la stessa strada è stata imboccata anche nel mercato casalingo, con il Mega Drive che continua ad accrescere, quasi inesorabilmente, la sua quota di mercato. Da questa accoppiata di situazioni nasce Ayrton Senna’s Super Monaco GP II, in realtà terzo capitolo di una piccola serie nata nel 1979 e proseguita nel 1989, fino a quel momento solo con i voluminosi cabinati a gettone.
Naturalmente Super Monaco GP II condivide una significativa parte del suo DNA col fratellone di tre anni più anziano e assai poco con l’antenato di fine anni ’70. Il gioco non conosce la gloria e la potenza delle schede arcade e compie quindi un percorso differente rispetto al gioco del 1989. Quello era l’ennesimo trionfo del pixel e dell’effetto scaling, come già ampiamente insegnato da OutRun, Space Harrier e quanti altri. Questo è tecnicamente più modesto, costretto a rispettare i limiti di velocità imposti dalla circuiteria della console venduta in Italia da Giochi Preziosi.
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In Ayrton Senna's Monaco GP II molte delle schermate dei menu e delle opzioni erano arricchiti da foto digitalizzate del pilota McLaren.
Il risultato è comunque più che apprezzabile e la partnership con il campione brasiliano farà il resto. Ayrton non si limita a piazzare la faccia in copertina e regalare un prefisso al titolo: è anche consulente durante lo sviluppo di Super Monaco GP II, tanto da proporre due tracciati fittizi ideati in prima persona (i restanti sono quelli della stagione di F1 in corso).
Difficile avvicinare un qualsiasi gioco di guida dei primi anni ’90 a uno di oggi. Lo scarto tecnologico è abissale e quello che all’epoca appariva visivamente inspiegabile, in questo nuovo millennio sembra un residuato bellico di una guerra combattuta con sassi e bastoni. Ma la pulizia del sistema di controllo e l’equilibrio nella gestione dell’(assurda ma divertente) aderenza delle gomme ai tracciati sono ancora degni di ogni rispetto.