"In questi ultimi mesi di violenti attacchi sono sempre stato in silenzio, per rispetto del lavoro della magistratura, perché ero fiducioso che la verità potesse emergere nella fase delle indagini a mio carico per una vicenda nella quale non ho alcuna responsabilità". Lo afferma l'ex sottosegretario ai Trasporti Armando Siri, spiegando di non aver mai agito per conto dell'ex consulente della Lega Paolo Arata. Entrambi sono indagati per corruzione.
"Non ho alcuna responsabilità nella vicenda - ribadisce in una lettera scritta a La Stampa -, se non quella di aver regolarmente svolto il mio lavoro di parlamentare proponendo un emendamento chiestomi formalmente dal Consorzio dei Produttori di Mini Eolico". "Un iter come tanti altri - spiega Siri - che ho delegato ai miei uffici, tant'è che dell'argomento non avevo neppure più memoria e solo dopo aver saputo delle indagini a mio carico ho potuto ricostruire punto per punto l'attività svolta".
"Mi sono impegnato in modo legittimo - si difende dunque - per aiutare i piccoli imprenditori del mini-eolico". "Non ho idea - aggiunge - di cosa passasse per la testa di Paolo Arata o quali fossero le sue intenzioni". "Per l'emendamento - spiega anche - non ho mai ricevuto o accettato offerte né dazioni di denaro: mai l'avrei fatto". "Nicastri - sottolinea pure - non l'ho mai conosciuto se non attraverso le carte dell'inchiesta che mi riguarda".