Cc ucciso a Roma, gip convalida il fermo dei due americani
Nonostante il 18enne e il 19enne abbiano confessato, restano dubbi sulla ricostruzione di quanto avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì
Restano in carcere Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth, i due americani fermati per la morte del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. Il gip ha infatti convalidato il fermo dei due americani per tentata estorsione e omicidio aggravato in concorso. Nella loro stanza di albergo sono stati trovati abiti sporchi di sangue e l'arma del delitto. Nonostante i due abbiano confessato, restano dubbi sulla ricostruzione degli avvenimenti.
L'accoltellatore fa uso di psicofarmaci - Dall'inchiesta è emerso che Finnegan Lee fa uso di psicofarmaci. Nella stanza di albergo dove alloggiava, gli inquirenti hanno rinvenuto un flacone di Xanax, un potente ansiolitico. Chi indaga non esclude che i due statunitensi avessero assunto alcolici prima di incontrare i due carabinieri in borghese la notte tra il 25 e 26 luglio.
La famiglia di Elder Finnegan Lee: "Non abbiamo ancora parlato con nostro figlio, siamo scioccati" - "Siamo scioccati. Esprimiamo le più profonde condoglianze alla famiglia del brigadiere Cerciello Rega". Lo afferma la famiglia di Finnegan Lee Elder in un comunicato pubblicato da Abc. "Non abbiamo informazioni indipendenti sull'accaduto, non siamo stati in grado di avere comunicazioni con nostro figlio. Chiediamo il rispetto della nostra privacy durante questo momento difficile. I nostri pensieri vanno a coloro che sono stati colpiti da questa tragedia".
La folle notte dei due americani - Stando a quanto ricostruito la serata dei due americani inizia a Piazza Mastai, nel vivace quartiere di Trastevere. Cercano droga. Hjorth parla italiano. Si rivolgono ad un uomo che li indirizza verso uno spacciatore. Avviene l'acquisto dietro pagamento di cento euro, ma gli americani si accorgono che, invece della droga, hanno comperato dell'aspirina. Arrabbiati, decidono di vendicarsi con il loro primo contatto. Gli sottraggono lo zaino con dentro il telefonino. L'uomo chiama successivamente al suo numero e i ragazzi gli rispondono: riavrà quanto è suo in cambio della restituzione dei cento euro più un grammo di cocaina. L'appuntamento convenuto è in via Cossa, quartiere Prati. L'uomo però nel frattempo contatta i carabinieri ai quali riferisce dell'estorsione subita.
I punti oscuri della vicenda - E questo è uno degli elementi poco chiari: una persona che traffica con ambienti loschi, ma si rivolge ai carabinieri per recuperare il maltolto.
Si presentano al rendez vous dunque il vicebrigadiere Rega ed il collega Andrea Varriale. Natale Jorth,in grado di comprendere l'italiano, ammette che i carabinieri che gli si sono avvicinati si sono qualificati come tali, mentre Lee nega di averlo capito: "Non pensavo fosse un carabiniere, avevo paura di essere nuovamente ingannato", ha raccontato agli inquirenti. Inizia una colluttazione. Lee, bloccato da Rega, estrae un coltello lungo 17 centimetri e colpisce per otto volte il vicebrigadiere "in zona vitale" che si accascia nel sangue. I due quindi fuggono verso il loro albergo a quattro stelle che si trova nelle vicinanze.
I carabinieri che indagano parlano di aggressione rapidissima, tanto che Varriale non ha avuto il tempo di sparare né le pattuglie dislocate in zona ad intervenire.
La camera ardente - Si terrà domenica a Roma la camera ardente del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Sarà aperta dalle 16:00 alle 20:30 nella cappella di piazza Monte di Pietà, a pochi passi dalla caserma dei carabinieri di piazza Farnese dove da anni il militare prestava servizio.
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