"Riccardo Scamarcio dice che mi sono inventata tutto e che fra noi non c'è mai stato niente? Mi fa sorridere questa solidarietà maschile. E mi spiace che, mentre il mio ex marito Francesco Sarcina mi voglia far passare per la protagonista della Lettera Scarlatta, il signor Scamarcio mi voglia far passare per bugiarda” Clizia Incorvaia utilizza ancora le colonne del Corriere della Sera per dire la sua verità nel triangolo dell'estate.
Sarcina l'accusa, lei si difende e contrattacca, ora l'attore dice che la Incorvaia s'è inventata tutto. “Devo per forza difendermi, devo essere la Clizia guerriera che non può farsi vittima sacrificale del maschilismo di uomini che si danno man forte fra loro” dice.
Il primo colpo in questo intrigo di mezza estate viene sferrato dal leader delle Vibrazioni che accusa la moglie di averlo tradito con il suo migliore amico, nonché testimone di nozze, Riccardo Scamarcio. Clizia si difende dalla gogna mediatica e contrattacca: “Io monogama durante il matrimonio. Sarcina l'ho trovato in cucina con una tipa”. Il diretto interessato tace. Poi attraverso le parole di un amico dell'attore a un settimanale esce un'altra versione dei fatti: “La Incorvaia si è inventata tutto”. Pare perché gelosa dell'amicizia tra i due. Ora è il turno di nuovo della influencer che chiarisce cosa c'è stato con Riccardo.
“Io ero separata. Era dicembre e Francesco si stava facendo la sua vita. Ho incontrato Riccardo a casa sua, in amicizia, e c'è stato un bacio, di cui ci siamo pentiti subito dopo. Non siamo stati a letto insieme, ci siamo subito ritratti. Nessuno ha ossessionato l'altro, nessuno voleva stare con l'altro. È successo in un momento forse di fragilità, ci siamo riavuti subito, per me non ha contato nulla e per lui nemmeno”. Fine della storia. Ma ora Scamarcio fa sapere attraverso gli amici che lei sta dicendo una bugia. Clizia s'infervora: “Io non volevo stare con un uomo machista... lui non sopporta di essere stato lasciato, e l'amico gli dà manforte. È la solita, brutta, storia di gettare melma su una donna che non deve aver diritto di essere felice”.