Giuseppe Conte "ripone grande fiducia in Huawei". Ren Zhengfei, fondatore del gruppo cinese di telecomunicazioni, riassume così l'esito del "colloquio molto amichevole" avuto ad aprile con il premier a Pechino. All'Europa "non conviene legarsi al carro da guerra degli Usa perché, una volta trovato l'accordo con la Cina, l'America si dimenticherà dei suoi alleati", ha aggiunto il Ceo del colosso asiatico.
In una tavola rotonda con un gruppo di media italiani, Zhengfei osserva però che l'adozione del Golden Power, la cui discussione si è peraltro arenata al Senato, "renderà complesso fare affari in Italia". E ancora: "Siamo convinti di poter costruire bene la rete in Europa", evidenziando le difficoltà a spacchettare la filiera del 5G.
"Noi leader del 5G e gli Usa non l'accettano" - "Gli Stati Uniti sono stati leader globali nel 3G e nel 4G. Huawei lo è nel 5G e questo è difficile da accettare. Guidavano la tecnologia e potevano fare intelligence e raccogliere informazioni. Con il 5G li abbiamo superati", ha proseguito il patron del gruppo cinese. Ren respinge poi i rilievi sulla sicurezza, tra i più pesanti mossi dalla Casa Bianca, e afferma "di non aver visto cambi fondamentali" sull'ipotesi di allentamento del bando americano, malgrado la tregua tra i presidenti Trump e Xi al G20 di Osaka.
Prova di forza - "Vediamo se mollano su qualche punto. Siamo abituati a sopravvivere e a lavorare in circostanze di grande pressione. Quindi, anche se gli Usa non cambiano per noi non c'è preoccupazione, va bene anche così", sottolinea il fondatore di Huawei, ricordando che il governo di Pechino "ha chiarito di non chiedere alle sue compagnie di installare backdoor ('porte' per aggirare le difese di sistema nei network internet, ndr)". Le apparecchiature Huawei non contengono "backdoor e possono superare i controlli severi dei governi. Non abbiamo alcuna rete negli Stati Uniti, né intendiamo vendere i nostri prodotti 5G in ogni caso. Come potremmo eventualmente minacciare la loro sicurezza nazionale? Non capiamo perché siano così preoccupati".
"Chi ci sceglierà, trionferà" - Non tutti i Paesi nel mondo escluderanno Huawei: "Quelli che ci sceglieranno avranno successi. La storia mostrerà che Huawei offrirà grandi contributi alle nazioni che crederanno in noi. Non credo dovremmo preoccuparci che Huawei sia chiamata il 'diavolo'. Ho sempre creduto che il presidente Donald Trump fosse un grande leader. Non è un diavolo, così come non lo sono io".