Migranti, il garante dei detenuti: "Rimpatri non aumentano e sono riportati nei loro Paesi d'origine soprattutto albanesi"
Secondo i dati presentati in commissione Affari costituzionali, nel 2019 sono rientrati in patria 3mila stranieri e faticano a decollare i voli charter per la Tunisia
"Nel primo semestre del 2019 sono stati 2.839 gli stranieri rimpatriati. A fine anno saremo a circa 6mila, numero in linea con gli anni precedenti. Mentre qualcuno aveva parlato, a seconda dei casi, di 500mila o di 90mila da espellere...". Con queste parole Mauro Palma, garante dei detenuti, ha presentato alla commissione Affari costituzionali della Camera un report sulla situazione dei migranti in Italia, soffermandosi in particolare su un tema caro al vicepremier Matteo Salvini, come quello dei rimpatri dei migranti irregolari.
I rimpatri hanno quindi coinvolto solo il 39% degli stranieri respinti. E tra questi,
la maggioranza sono albanesi. In particolare, 680 sono i cittadini giunti irregolarmente in Italia e rinviati in Albania. Ma nella classifica degli espulsi spiccano anche peruviani, ucraini, moldavi e cinesi. Al secondo posto, i tunisini, un dato però che non sorprende si sei considera che il maggior numero di migranti che arriva negli hotspot italiani proviene proprio dalla
Tunisia.
Dal paese nord africano è anche partito il più alto numero di
voli charter, si tratterebbe di 17 contro i quattro di Egitto e Nigeria. In totale i tunisini espulsi nel primo semestre del 2019 sono poco più di trecento. Un numero al di sotto delle aspettative, se si considera che gli accordi bilaterali tra Italia e Tunisia prevedono
il rimpatrio attraverso due voli charter a settimana con a bordo 40 persone per ogni viaggio. Il dato è stato confermato anche dal parlamentare tunisino Oussama Sghaier che all'Agi ha dichiarato: "ll numero delle persone che il governo italiano sta rimpatriando è minore di quanto prevedono gli accordi. I voli settimanali dei rimpatri dall'Italia spesso tornano con tanti posti vuoti".
Nei centri di permanenza per il rimpatrio, quindi, molte persone vengono trattenute ma difficilmente riescono in tempi brevi a ripartire per il loro paese d'origine. "Questo - ha commentato Palma - ci pone il problema della legittimazione della privazione della libertà per le rimanenti persone". Inoltre, secondo quanto riportato dal garante, in questi centri permangono condizioni igieniche critiche o "indecorose" come lo stesso Palma ha affermato.
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