I carabinieri di Matera hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo nei confronti di quattro imprenditori agricoli indagati per caporalato (intermediazione illecita e sfruttamento di lavoratori) nei campi agricoli del litorale jonico-lucano. I braccianti venivano "arruolati" attraverso i social network e prendevano 3,5 euro l'ora per giornate di lavoro che potevano durare anche fino a 14 ore.
Nel Metapontino sequestrate 5 aziende agricole - I quattro imprenditori agricoli indagati nell'ambito dell'operazione contro il caporalato sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento dei lavoratori. I sequestri preventivi, disposti dal gip di Matera Angela Rosa Nettis, fanno riferimento a un'inchiesta che nel gennaio scorso portò a 12 arresti e altre due misure restrittive per lo sfruttamento di lavoratori stranieri (nella maggior parte romeni) impegnati nella raccolta di frutta e verdura nei campi agricoli della fascia jonica metapontina. I Carabinieri hanno posto sotto sequestro diversi conti correnti, cinque aziende agricole, terreni, prefabbricati, mezzi e attrezzature aziendali per un valore totale di oltre sette milioni di euro.
Arruolati con Facebook e poi minacciati - I lavoratori erano principalmente rumeni e venivano reclutati all'estero tramite Facebook. Una volta giunti in Italia venivano privati dei documenti di riconoscimento e costretti, sotto minaccia e intimidazione, a lavorare in diversi fondi agricoli privati a Scanzano Jonico e Tursi. Le vittime venivano alloggiate in abitazioni a loro affittate forzatamente, il cui costo veniva automaticamente decurtato dal salario. I braccianti venivano costretti a lavorare fino a 14 ore consecutive con un salario medio di 3,5 euro all'ora, con una sola pausa per il pranzo di mezz'ora e sotto continue minacce e intimidazioni.