la sentenza del tribunale di roma

Mediaset, Vimeo condannato a risarcire cinque milioni di euro per utilizzo di video coperti da diritto d'autore

Il sito obbligato a pagare per la seconda volta in pochi mesi. Sono 19 gli operatori digitali finora coinvolti in azioni legali dall'azienda di Cologno Monzese tra portali di live video streaming e social network

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Il portale Vimeo, per la seconda volta nell'arco di pochi mesi, è stato condannato a risarcire Mediaset con quasi cinque milioni di euro per 498 video coperti da diritto d’autore caricati sul proprio sito senza alcuna autorizzazione. Lo ha ordinato il Tribunale di Roma, condannando il sito anche al pagamento di quasi 80mila euro di spese processuali.

Dopo la sentenza che la scorsa settimana ha condannato il portale francese Dailymotion a pagare 5,5 milioni di euro all'azienda di Cologno Monzese, sono gli americani di Vimeo a essere finiti di nuovo nel mirino della magistratura. E’ dal 2008 che Mediaset ha scelto di ricorrere alle vie legali per impedire la pirateria online dilagante a danno degli editori, agendo contro 19 operatori digitali tra portali di live video streaming e social network. Tutti i processi hanno finora sempre generato sentenze e provvedimenti cautelari a favore di Mediaset. Nel solo 2019 sono già arrivate a giudizio con esito positivo cinque diverse cause: Facebook, Yahoo!, Dailymotion e le due nei confronti di Vimeo.

In quest’ultima sentenza il giudice ha rimarcato che Vimeo è una società che opera "nel business dell’intrattenimento e della pubblicità legata ai contenuti pubblicati" e ha "nella sua disponibilità strumenti tecnici che consentono di ridurre fino al 98% il rischio che vengano caricati contenuti tutelati da diritti d'autore". Le violazioni accertate sono tali che la sentenza impone anche una penale di 5mila euro per ogni giorno di ritardo nella cancellazione dei video e ribadisce che la sanzione avrà valore in automatico anche nel caso di eventuali futuri caricamenti del materiale Mediaset non autorizzato. Vimeo, si legge inoltre nel provvedimento, ha svolto "un'evidente attività di manipolazione sui contenuti in questione dimostrando piena consapevolezza della presenza di materiale illecitamente caricato in violazione del generale principio di buona fede".