"E' mio marito che ha sbagliato un movimento. Il felino è un predatore, è stato un fulmine, con una zampata Ettore è crollato in un secondo perdendo la vita con la giugulare recisa. Non è stato sbranato". Così Loredana Vulcanelli racconta come il marito, il domatore di un circo Orfei, è morto durante un addestramento a Triggiano, nel Barese. La donna chiede poi che l'animale che ha ucciso Ettore Weber non venga abbattuto.
"Ogni sera - racconta a Il Giorno la donna che era presente al momento della tragedia - allineiamo le tigri e facciamo un'esibizione privata tra di noi, per avere un contatto costante con gli animali. C'è un protocollo: mio marito prepara la carne dalla cintura e la dà quando le tigri fanno l'evoluzione. I felini escono dal carro e li posizioniamo nel tunnel vicino alla gabbia. Mio marito entra nella gabbia: io e lui abbiamo un'intesa di 40 anni, con gli occhi ci capiamo. Qualsiasi allarme ce lo comunichiamo in un istante".
"La prima tigre è salita sullo sgabello, mio marito è indietreggiato mentre io facevo venire la seconda tigre. Lui ha fatto 3 passi in più rispetto al solito e, girandosi, è finito sotto alla tigre", ricorda. "Gli altri felini non lo hanno aggredito. Sono tornate impaurite dentro il tunnel. La tigre che l'ha colpito, Sultan, è rimasta sopra mio marito, come a vegliarlo, come se si fosse resa conta dell'errore", aggiunge.
Quella sera Ettore Weber non era convinto di fare l'esibizione. "Pochi minuti prima - ricorda la vedova - mi ha anche detto: 'Loredana, proviamo o no?'. Io gli ho chiesto: 'Hai preparato tutto? Non so, il tempo mi sembra strano'. E' come se avessimo avuto un segnale, quella sera era un caldo allucinante". Loredana non vuole che la tigre venga soppressa: "Se io mi avvicino a uno strapiombo per farmi un selfie, non è colpa del burrone se muoio. Le tigri le abbiamo cresciute col biberon nella roulotte".