Il portale francese Dailymotion è stato condannato a risarcire Mediaset con oltre 5,5 milioni di euro per 995 video coperti da diritto d’autore caricati sul proprio sito senza alcuna autorizzazione a partire dall’anno 2006. Lo ha ordinato il Tribunale di Roma, condannando il portale anche al pagamento di quasi 100 mila euro di spese processuali.
Nel provvedimento il Giudice - rimarcando che «Dailymotion è perfettamente conscia del fatto che la maggior parte del materiale divulgato sulla sua piattaforma è coperto da privativa autoriale» - ha anche imposto una penale rilevante (5.000 euro) per ogni giorno di ritardo nella cancellazione dei video, ricordando a Dailymotion che la sanzione avrà valore in automatico anche nel caso di eventuali futuri caricamenti sulla piattaforma del materiale Mediaset non autorizzato.
Questa sentenza, arrivata dopo un processo durato oltre sei anni, è rilevante per tutte le aziende editoriali e audiovisive italiane in quanto riequilibra i rapporti tra chi produce contenuti e le piattaforme online, operatori troppo spesso convinti di essere al di sopra della legge. Lo dimostra, anche nel caso in questione, il fatto che Mediaset sia stata costretta a ricorrere al tribunale dopo una serie di inutili diffide (iniziate nel 2010) che informavano Dailymotion delle violazioni in atto, diffide che venivano costantemente ignorate.
Di più: anche dopo la notifica nel 2012 della prima causa, quella giunta ora a sentenza, il portale francese non ha cessato le proprie condotte illecite. Tanto che Mediaset ha dovuto avviare successivamente altre sei azioni legali analoghe. Un totale, a oggi, di sette diverse cause i cui esiti si attendono a breve e che, considerando i criteri economici riconosciuti nella prima sentenza, potrebbero dare luogo a un risarcimento complessivo superiore ai 200 milioni di euro.
Quella di oggi rappresenta quindi un’autentica svolta che si inserisce nel solco della consolidata giurisprudenza nazionale e comunitaria (più volte richiamata del Tribunale nella sentenza in questione) orientata a tutelare il lavoro degli editori, aggrediti dalle forme più diverse di pirateria online. Un fenomeno che distrugge valore economico e posti di lavoro nelle aziende giornalistico-editoriali.