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Romeno finito in carcere ingiustamente a Brescia: per lui nessun indennizzo

L'anziana vicina di casa nel 2016 lo accusò di violenza sessuale. L'uomo perse il lavoro e dovette rientrare in Romania con moglie e figli. Ma la Corte d'Appello ha rigettato la richiesta di risarcimento

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Nessun indennizzo per Saint Petrisor, il 35enne romeno che nel 2016 dovette farsi 40 giorni di carcere poiché l'anziana vicina di casa, classe '29, lo accusò di stupro. L'uomo fu liberato solo quando la prova del Dna lo scagionò e l'anziana, di Castelcovati (Brescia), dovette ammettere alla Procura che si era inventata tutto e che aveva pianificato la cosa con un altro vicino, nonché suo amante, per dissidi condominali.

Petrisor perse il lavoro e dovette rientrare in Romania con la moglie e i figli. Ora dopo 3 anni la Corte d'Appello ha rigettato la richiesta di risarcimento. Il motivo lo spiega l'avvocato della vittima di detenzione ingiusta, Cristian Mongodi, al Giorno: "Secondo il giudice il mio assistito non si è subito fatto trovare quando i carabinieri lo cercavano per arrestarlo. In realtà non era irreperibile, si era semplicemente trasferito da un cugino. Tre giorni dopo è andato a lavorare normalmente, dunque non intendeva affatto nascondersi o scappare. Per la Corte però questo piccolo ritardo ha rallentato le indagini".

Petrisor aveva quantificato l'indennizzo in 25mila euro, ma dopo la sentenza ha rinunciato a impugnare in Cassazione l'ordinanza del giudice, e non è tornato dalla Romania nemmeno per costituirsi parte civile al processo per calunnia aggravata contro la novantenne e Pietro Preti, 72 anni.

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