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Migranti, il piano di Moavero: "Filtri sui visti e regole certe per i ricollocamenti"

Il ministro degli Esteri segnala la necessità di "uscire dalla tirannia delle emergenze e dell'emotività"

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L'Italia deve uscire "dalla tirannia delle emergenze e dell'emotività" sul tema dell'immigrazione. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Enzo Maovero Milanesi, illustrando il piano del governo per fronteggiare i flussi: filtri sui visti, porti franchi e "criteri oggettivi e chiari" per la redistribuzione dei migranti nei Paesi Ue. "Chi attraversa il Mediterraneo non cerca la costa italiana, greca o maltese. Cerca l'Europa", ha sottolineato.

In un'intervista al Corriere della Sera, Moavero ha ribadito che il regolamento di Dublino "riguarda l'asilo, ma il Trattato Ue contiene norme per regolare le migrazioni in generale, non solo su come verificare le domande di asilo. E' in una cornice europea che va trovata una soluzione".

"Fare qualcosa prima che le persone migrino" - Il primo livello, secondo il ministro, "è fare di più prima che le persone inizino a migrare. Occorrono investimenti maggiori, con finanziamenti sufficienti, nei Paesi dai quali si parte: progetti mirati a rafforzare il tessuto sociale o mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Le risorse necessarie sono ingenti e proprio per questo il tema deve entrare nei negoziati sul Quadro finanziario europeo 2021-2027. Per raccoglierle, si può pensare anche all'emissione di appositi titoli europei di debito".

Il nodo redistribuzione - Il sistema, ha affermato ancora Moavero, "funziona solo se un numero sufficiente e consistente di Stati Ue aderisce, specie i più grandi. Per la ripartizione ci vuole un metodo con criteri oggettivi e chiari. Inoltre, gli uffici europei per la valutazione delle domande di asilo, se funzionano bene, potrebbero anche vagliare domande di lavoro fatte da chi emigra per ragioni economiche o a causa dei radicali mutamenti climatici. Se trovassero offerte di lavoro in qualche Paese europeo, anche queste persone potrebbero cosi viaggiare al sicuro".

"Salvare esseri umani in mare è un dovere antico" - La lotta al traffico di esseri umani deve vedere una "maggiore cooperazione fra le forze di polizia e di sicurezza europee". Il salvataggio in mare "è un dovere antico, previsto da tutte le convenzioni ed è un obbligo morale. Le missioni europee nel Mediterraneo servono vari obiettivi, ma non possono continuare a prevedere che tutti i salvati siano portati in Italia. Nessun Paese può diventare la piattaforma europea degli sbarchi e, per le regole di Dublino, del vaglio delle domande di asilo e di ogni onere connesso. Senza contare che, nelle more dopo la domanda, molti richiedenti si allontanano, varcando anche la frontiera e creando questioni con gli Stati confinanti".

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