Per iscriversi alla scuola elementare bisogna specificare la propria etnia, ovvero se si è sinti, rom, nomade o camminante. Il modulo, consegnato ai genitori di Fossò (Ve), ha fatto scattare l'immediata polemica sostenuta dalle famiglie che si sono rivolte ad una associazione vicino a Rifondazione comunista. L'accusa: "E' un abuso, una discriminazione gravissima". L'istituto si difende: "Serve per favorire l'integrazione". Ma, alla fine, il preside corregge il tiro: "Cambieremo il modulo se ha profili di illegittimità".
Della polemica parlano i giornali veneti dopo che il modulo, distribuito da tempo, è stato oggetto di valutazione da parte dei genitori interessati alla "domanda", che hanno deciso di rendere pubblica la vicenda anche sui social network.
La scuola è nel Veneziano ma a far scattare la protesta sono stati genitori che vivono nel Padovano e che, attraverso chi li assiste, ritengono che solo per loro ci sia questa "specifica". Per questo i legali dello Sportello Sociale / Gap - Padova sono al lavoro, perché si potrebbe trattare di "un abuso e una discriminazione gravissima".
Peraltro, sul modulo è richiesta anche la cittadinanza con una casella per "italiano" e uno spazio per specificare, se straniero, la nazionalità di origine, così come le vaccinazioni effettuate ed altri dati personali.
Mentre la direzione scolastica sostiene che l'atto "serve per favorire l'integrazione", Rifondazione respinge le motivazioni addotte dall'istituto e rileva che il modulo "va immediatamente ritirato perché va contro la Costituzione, la legge Mancino e le normative europee che vietano qualsiasi censimento".
Alla fine, marcia indietro del preside "Se il modulo dal punto di vista legale ha dei profili di illegittimità lo cambieremo sicuramente", ha commentato Carlo Marzolo, il dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo di Fossò. "Le finalità - chiarisce il dirigente - erano quelle della maggior inclusione possibile e non certo il contrario".
"Lo stampato viene distribuito da 10 anni, - conclude - ai genitori degli alunni che non sono già iscritti nell'anagrafe online e le informazioni che raccogliamo hanno scopi istituzionali, tesi a tutelare gli alunni e non a discriminali".
Usr Veneto: non in linea con norme privacy "Probabilmente il modulo non è in linea con le disposizioni in materia di riservatezza, ed è anche poco efficace: i bisogni educativi si affrontano in classe con strumenti di natura pedagogica, non con atti amministrativi" afferma Augusta Celada, direttrice dell'Ufficio scolastico regionale del Veneto. "Il dirigente scolastico si renderà conto che si tratta di un'iniziativa inopportuna, sempre che sia farina del suo sacco e non di qualche segreteria un po' troppo zelante. Le scuole sono autonome e i loro atti sono definitivi, ma se il dirigente ci chiedera' una valutazione siamo a sua disposizione. La vicenda non presenta una rilevanza disciplinare, forse una violazione della privacy di cui eventualmente dovra' rispondere il dirigente scolastico".