E' morta a Milano a 96 anni la grande attrice di cinema e teatro Valentina Cortese. Volto di punta del cinema italiano negli anni 40, divenne poi la signora del teatro legando il suo nome in particolar modo al Piccolo Teatro di Milano diretto da Giorgio Strehler. E proprio sul palco del Piccolo si terrà la camera ardente dell'attrice.
Con Valentina Cortese se ne va l'ultima grande diva italiana del cinema hollywoodiano anni 40 del Novecento, poi nelle cronache artistiche e mondane milanesi sino a oggi. Ma anche figura di spicco delle scene teatrali dalla fine degli anni 50, al momento del suo incontro e amore con Giorgio Strehler. Lei, sempre così attrice, sempre attenta a creare un'aura di fascino attorno a sé, un vero personaggio, era figlia di ragazza madre, aveva origini povere e contadine che rivendicava come punto di riferimento e concretezza, con quel repentino passaggio dalle campagne lombarde appunto a Hollywood dove,
Al cinema aveva debuttato a 17 anni, aspettando di entrare all'Accademia, che poi non fece mai, in "L'orizzonte dipinto" di Salvini, facendosi notare due anni dopo, nel 1942, ne "La cena delle beffe" di Alessandro Blasetti con Amedeo Nazzari. Da lì il salto verso l'America e una notorietà internazionale che bisognerà aspettare la Loren per trovarne di eguale. a 25 anni, viene messa sotto contratto con la 20th Century Fox e lavora con James Stewart e Spencer Tracy in "Malesia" (1949), viene diretta da Jules Dassin in "I corsari della strada" (1949), quindi è nel film "La contessa scalza" (1954) accanto ad Ava Gardner, Humphrey Bogart e Rossano Brazzi, Vincitrice di tre Nastri d'argento, ottenne anche una nomination all'Oscar e un Golden Globe nel 1973, per "Effetto notte" di Truffaut.
Della sua biografia fanno parte anche gli amori celebri e non sempre fortunati. Da ragazza, al momento del debutto, quello scandaloso col direttore d'orchestra Victor De Sabata, sposato e che aveva oltre 30 anni più di lei ("l'incandescenza d'amore"), l'attore Richard Basehart (matrimonio sfortunato che l'allontanò dalle scene e da cui nacque un figlio), Giorgio Strehler ("l'essere all'unisono, corpo e anima, sino nei particolari minimi e quotidiani") e Carlo De Angeli ("L'amore maturo"). Negli anni 50, al ritorno da Hollywood, portata al Piccolo di Milano da Paolo Grassi, per "Platonov" di Cechov, avviene l'incontro con Strehler che in teatro riconosce e esalterà le sue qualità di interprete drammatica perfezionista, che lavora a lungo su un personaggio, attrice di temperamento e interiore assieme e in questo moderna. Sono anni esaltanti, di passione e litigi, di mondanità e ritiri teatrali da cui nascono spettacoli che fanno storia: "El nost Milan", "I giganti della montagna", "Santa Giovanna dei macelli" e "Il giardino dei ciliegi", cui si aggiungono "Il processo a Giovanna d'Arco" regia di Klaus M. Gruber, la "Lulu" di Wedekind con regia di Patrice Chreau, lo sfortunato "Old times" on Luchino Visconti nel 1975 (che l'autore, Pinter, fece interrompere) e "Maria Stuarda" con Franco Zeffirelli nel 1982, cui c'è da aggiungere il "Magnificat" di Alda Merini (varie repliche tra il 2002 e il 2009).
"Con la scomparsa di Valentina Cortese lo spettacolo italiano perde l'ultima diva del cinema e del teatro" commenta Carlo Fontana, Presidente AGIS - Associazione Generale Italiana dello Spettacolo. "Una perdita ancor piu' dolorosa - conclude Fontana - per il sottoscritto, che ha avuto l'onore di conoscerla e frequentarla sin da giovane".
"Oggi ci ha lasciato Valentina Cortese, un vero talento milanese che ha lavorato con i grandi maestri del cinema e del teatro italiano e internazionale, regalandoci opere meravigliose e indimenticabili" ha scritto invece su Twitter il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Anche il Piccolo Teatro ha ricordato l'attrice. "Ciao adorata Valentina, tu sei il Piccolo, tu sei il teatro e anche di più, ipnotica, raffinata, impetuosa - hanno scritto in un messaggio social -. Tutto il Piccolo Teatro piange la scomparsa di Valentina Cortese, donna splendida, elegante, ironica, attrice immensa, voce e occhi di una scena infinita".