Dal 18 al 21 luglio torna Apolide, il festival immerso nel verde dell'Area Naturalistica del bosco di Vialfrè (To): 72 ore di full immersion nella natura tra concerti, djset, reading e sport. Per la sua sedicesima edizione schiera una variegata line up: si parte con "Giungla Infinita" di Ivreatronic con Cosmo, Foresta, Enea Pascal, Splendore, Clap! Clap! e tanti altri. Venerdì 19 è la volta de "La Tempesta nel Bosco", il festival itinerante dell'etichetta indipendente La Tempesta con protagonisti, tra gli altri, Tre Allegri Ragazzi Morti, I Hate My Village, Sick Tamburo. Sabato 20 luglio saliranno sul palco Franco 126, Myss Keta, Giorgio Poi mentre la chiusura è affidata ad Arturo Brachetti, che si racconta al suo pubblico. Tgcom24 si è fatta raccontare da Enrico Molteni (bassista dei Tarm e fondatore de La Tempesta) la decima edizione del festival estivo itinerante firmato dall'etichetta che quest'anno invade Apolide.
Sono dieci anni di festival de La Tempesta. Come è nato e qual è l'idea di fondo?
Il festival è nato nel momento in cui come etichetta abbiamo raggiunto il numero sufficiente di artisti per poterci esibire tutti insieme. L'etichetta è nata nel 2000 e nel 2009 eravamo abbastanza per organizzare una serata in cui chiamare tutti i gruppi a suonare. L'idea è stata quella di suonare su due palchi, alternandosi, cercando di non lasciare neanche un minuto senza musica e per poter permettere un po' a tutti di esibirsi in orario serale. Chiaramente ora siamo troppi per fare un festival e c'è una sorta di selezione che va in base ai gruppi che sono in tour o che hanno fatto un disco o che non hanno già date in quel periodo.
Come scegliete i luoghi di questa festa?
L'idea iniziale era che il festival fosse estivo e itinerante, una volta all'anno e sempre in un posto diverso. Cambiando anche il nome del festival ma facendo rimanere il marchio La tempesta nel titolo dando un nome diverso in base alla situazione che si trova. Rimane una bella idea ma è difficilissimo trovare luoghi per organizzare.
Come è nato il contatto con Apolide?
Quest'anno siamo stati fortunati perché Apolide è già organizzato, ha tre palchi e si può suonare tutta la notte dato che è in un posto lontano da abitazioni. La "Tempesta nel bosco" in un bosco è quindi il titolo per quest'anno ed è sicuramente molto didascalico. Con Apolide è stato un contatto buono perché loro hanno già una tradizione musicale quindi questa volta per noi è stato un po' come mettere delle figurine in un album che c'era già. Il programma è stato costruito parlando proprio con loro, che ho scoperto essere molto esperti del catalogo de La Tempesta.
Ci racconti la "formazione" con cui la Tempesta invade i boschi di Apolide Festival?
L'idea di fondo è quella che ci sia un palco dove si esibiranno i gruppi che definirei classic rock. Ci sarà Giorgio Canali e Rossofuoco, i Sick Tamburo, gruppo che è nato dalle ceneri dei Prozac+, poi il mio gruppo, i Tre Allegri Ragazzi Morti e il super gruppo I Hate My Village. Quindi una parte della scena musicale italiana. E per la chiusura ci sarà Populous. Gli altri due palchi saranno divisi tra elettronica e nuovi suoni. Si alterneranno Paolo Baldini Dubfiles, 72 Hour Post Fight, Blacke Snake Moan, Cacao Mental, Capibara, Sacramento, Godblesscomputer. Inoltre ci sarà Maria Antonietta che presenterà il suo libro che è uscito da poco, "Sette ragazze imperdonabili".
Come sarà l'estate dei Tarm dal vivo?
Siamo in giro dopo che l'ultimo disco è uscito a gennaio. Abbiamo fatto una prima parte di tour di una ventina di date nei club e adesso stiamo suonando all'aperto nelle piazze. Ci sarà una data speciale il 28 agosto a Lignano con Jovanotti: sarà un'occasione per tornare a incontrare Lorenzo davanti al suo pubblico.
Con 25 anni di carriera e un nuovo disco, come si articolano i concerti di queste date estive dei Tre Allegri Ragazzi Morti?
Il concerto estivo dura due ore in cui abbiamo la possibilità di mettere dentro un po' tutto quello che può essere rappresentativo della band. C'è spazio per il nuovo disco, c'è spazio per il periodo reggae etnico e anche per una piccola parte di 1994, come lo chiamiamo noi, in cui rimaniamo in tre e facciamo i pezzi degli albori. E poi c'è Davide che fa una parte di stand up comedy. Insomma tutto quello che i nostri fan vogliono vedere quando vengono ai nostri concerti.