Croazia, i soprusi della polizia sui migranti tra botte e celle minuscole
Quando un uomo viene arrestato per aver cercato di passare il confine, contatta “Quarta Repubblica”: “Per favore chiamate la Croce rossa”
Lividi, tagli, ferite aperte: è quello che subiscono alcuni migranti che cercano di passare il confine tra
Croazia e
Bosnia. A “
Quarta Repubblica” gli uomini e ragazzi rinchiusi nelle celle raccontano come sia stata la polizia di confine della città di Bihać a infliggergli tutti quei colpi. Si è nel cuore della rotta balcanica dell’immigrazione dove i migranti tentano ogni giorno il “game”, cioè il passaggio illegale di frontiera per arrivare in Europa.
“La polizia era incappucciata, mi ha picchiato, ha preso i miei soldi e il power bank” racconta uno dei migranti. Tra i tanti che cercano di oltrepassare il confine, c’è anche Hussein che riprova ancora il “game”. Questa volta, passata la frontiera, contatta “Quarta Repubblica” e disperatamente chiede: “Chiama la Croce Rossa e raccontagli di me”. I soccorsi, però, arrivano troppo tardi: la polizia l’ha già arrestato e lasciato senza cibo dal mattino fino alla sera per poi riportarlo al confine in una cella minuscola.
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